Orologio anti stalker per monitorare l'ex fidanzato: se lui si avvicina arrivano le pattuglie

Lui, ossessionato e geloso, a processo per atti persecutori. Applicato il braccialetto elettronico e il "mobile angel"

Martedì 23 Aprile 2024 di Giuliano Pavan
LA PERSECUZIONE Un cliente denunciato dall’avvocatessa per stalking dovrà comparire davanti al giudice delle indagini preliminari

TREVISO -  Aveva violato il divieto di avvicinamento alla ex. E la Procura aveva chiesto l’aggravamento della misura, ipotizzando gli arresti domiciliari. Dal momento che non si sono verificati altri episodi di molestia, il gip di Treviso Cristian Vettoruzzo ha rinnovato il provvedimento a carico di un 42enne trevigiano disponendo anche l’utilizzo del braccialetto elettronico. Al pari, anche la vittima verrà dotata di un dispositivo simile, sempre attivo tramite gps, il cosiddetto “mobile angel”, che permette tramite la pressione di un semplice bottone di far intervenire le forze dell’ordine qualora la donna si trovasse di fronte l’ex fidanzato ma anche di evitare chiamate fasulle, ovvero capire se la vittima stia mentendo sulla sua reale posizione e su quella del suo persecutore.

Che, nel caso specifico, sarà in aula per maltrattamenti il prossimo 16 maggio per l’udienza preliminare.

La vicenda

A portare a galla la vicenda era stata la stessa vittima, una 40enne trevigiana, che lamentava la lentezza della giustizia dopo il deposito di quattro denunce sporte nel corso dei mesi contro l’ex fidanzato. In realtà, come spiegato nei giorni successivi dal procuratore di Treviso, Marco Martani, gli inquirenti avevano preso in carico celermente la questione snocciolando la cronologia degli eventi. L’iscrizione del procedimento per maltrattamenti risale all’8 settembre scorso, con conseguente delega delle indagini ai carabinieri. Il 19 ottobre, dopo le verifiche del caso, il pm ha chiesto il divieto di avvicinamento che è stato emesso dal gip il 10 novembre. L’1 dicembre è stato notificato all’indagato, con alle spalle diversi precedenti di polizia, l’avviso di chiusura indagini e l’8 gennaio è stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio. Risale invece all’11 gennaio il decreto di fissazione dell’udienza preliminare da parte del gip che si terrà il 16 maggio prossimo. «Considerati tempi di legge a garanzia degli indagati - aveva sottolineato Martani - direi che abbiamo agito in maniera tempestiva ancora prima che entrasse in vigore la legge Roccella».

Il processo

Al di là dello sfogo pubblico della vittima, a mettere nero su bianco le contestazioni a carico del 42enne era stata proprio la Procura nel capo d’imputazione. L’uomo, «con ingiurie e minacce gravi anche di morte poste in essere anche con strumenti atti a offendere (in un’occasione, il 25 marzo 2023, puntandole contro un cacciavite e legandole i polsi con delle fascette da elettricista) metteva in atto plurime aggressioni fisiche mai refertate, atti denigratori e di umiliazione». Tra questi l’accusa all’ex compagna di avere avuto rapporti sessuali con l’ex compagno, l’ex marito, il datore di lavoro e un venditore della Bo-Frost. Non solo: oltre ai controlli ossessivi del telefono, l’uomo avrebbe insultato anche il figlio minore della donna. Vessazioni che si sarebbero concentrate in un periodo compreso tra aprile e settembre 2023. A indagini chiuse, con il divieto di avvicinamento ancora in atto, l’uomo era stato visto da un vicino di casa della vittima aggirarsi nei pressi dell’abitazione. Era stato lui a chiamare la polizia segnalando la presenza dell’uomo. Motivo per cui la Procura aveva chiesto un aggravamento della misura che ora, a distanza di tre settimane dai fatti, è stata adottata.

Ultimo aggiornamento: 21:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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