TREVISO - Il gelato è sempre più salato: anche il prezzo del dolce simbolo dell'estate non è immune ai rincari e registra, come riportato da Coldiretti, un incremento medio del 23% rispetto all'anno scorso. A Treviso trovare una pallina a meno di due euro è quasi impossibile, e per cercare un po' di sollievo dalla calura estiva non bastano più le classiche monetine che ti restano in tasca.
COSTI DI GESTIONE
«I gusti che vanno per la maggiore sono sempre i grandi classici: nocciola, pistacchio, vaniglia e fior di latte spiega Stefano Dassie, titolare della storica gelateria artigianale di Sant'Agostino . Puntiamo molto su questi, ma ci divertiamo e sperimentiamo: piacciono molto i gusti freschi, come limone e basilico, o quelli realizzati con frutti esotici». Dassie (vincitrice del campionato italiano di gelateria del 2010 e premiata nel 2018 per il miglior gelato al cioccolato di tutto il Paese), ha tre gelaterie in provincia, e ognuna fra prezzi diversi. «A Treviso una pallina costa 2 euro, due palline 3 euro e 50 centesimi e tre palline 5 euro. I prezzi fuori città, a Montebelluna e a Istrana, sono più bassi di circa 20 centesimi, per una questione di costi di gestione racconta il titolare . Il gelato è un prodotto per tutti e deve continuare a esserlo: andiamo incontro alle esigenze dei consumatori e puntiamo solo su materie prime di qualità, valorizzando gli ingredienti». Materie prime i cui costi, spiega Dassie, «si sono alzati drasticamente: il latte è quasi raddoppiato mentre lo zucchero è triplicato. Anche i costi di trasporto incidono molto, soprattutto sul cacao». Una gelateria ha inoltre grandi consumi energetici. Macchinari per la produzione, frigoriferi e acqua per il raffreddamento: «Siamo arrivati a pagare 3.000 euro al mese solo per l'energia elettrica. L'acqua è aumentata del 30% e anche le immondizie costano sempre più caro».
TETTO AI PREZZI
Di fronte al Duomo, la gelateria La Romana propone cono o coppetta da due gusti a 3 euro. «I prezzi sono quelli dell'anno scorso. Chiaramente dopo il Covid abbiamo dovuto ritoccarli per far fronte agli aumenti racconta il titolare Gianluca Sottovia . In primis pesa l'energia: nel laboratorio abbiamo otto motori che vanno 24 ore al giorno. Non possiamo mai spegnere banchi e vetrine di gelati e pasticceria. Anche le materie prime si sono alzate, ma abbiamo deciso di continuare a offrire solo prodotti di qualità piuttosto che puntare su merce scadente. Fortunatamente non abbiamo dovuto alzare i prezzi dopo la pandemia». Una coppetta seduti in Piazza dei Signori costa 2 euro e 50: «I margini di guadagno sui gelati sono sempre più risicati. Ho già ridotto la vetrina, per fortuna io punto su altri prodotti racconta Luca Marton, titolare di Signori e Signore . Il gelato non è come una bottiglietta d'acqua: dietro c'è un laboratorio, ci sono costi di produzione. Adesso anche i nuovi gas refrigeranti, più ecologici ma meno efficienti, sono una spesa sempre più alta». Il gelato rimane comunque un piacere irrinunciabile, sottolineano Silvia e Giuliano, due affezionati clienti de La Romana: «Ormai aumenta tutto, purtroppo anche questo sottolinea Silvia . A differenza di altro però, del gelato possiamo anche farne a meno, possiamo non prenderlo. A noi preoccupa tutto il resto: il problema è sostenere gli aumenti dei beni di prima necessità. Il prezzo del gelato è comunque proporzionato ai costi di produzione, se ci sono incrementi su quelli, è normale che il listino si impenni».