Elezioni comunali a Vittorio Veneto, Posocco lascia la Lega e Toni da Re lo rilancia come candidato sindaco

Mercoledì 20 Marzo 2024 di Claudia Borsoi
Gianluca Posocco, uscito dalla Lega e in corsa per la fascia di primo cittadino a Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO (TREVISO) – Gianluca Posocco esce dalla Lega e Gianantonio Da Re lo candida a sindaco di Vittorio Veneto. Centrodestra spaccato alle amministrative di giugno. La candidatura a sindaco per la Lega dell’avvocato Giovanni Braido apre in queste ore a nuovi scenari. Intanto Posocco annuncia: «Nell’animo rimango leghista, ma non rinnoverò la tessera del partito per il 2024 (c’è tempo fino a fine mese ndr) così evito al segretario regionale Alberto Stefani l’imbarazzo di farmi fuori». Vicino ed allineato all’espulso Da Re, Posocco pensa si possa profilare anche per lui la stessa misura comminata al “Baffo”, verso il quale ha solidarizzato fin dal principio mettendo subito in chiaro che contro di lui o senza di lui non avrebbe corso come candidato sindaco. E dopo l’indicazione di Braido, ecco che Da Re rilancia la candidatura civica a sindaco di Posocco, escludendo che possa essere lui a correre. «Sono già sull’albo d’oro della città, basta una volta. Io sono con Gianluca Possoco: lui è il candidato e io gli do una mano» afferma Da Re. Manovre che sono in corso e che saranno ufficializzate nelle prossime ore.

GLI AZZURRI

E con Posocco-Da Re potrebbe schierarsi anche Forza Italia. «Siamo in attesa delle indicazioni da parte del coordinatore regionale» spiegava ieri l’avvocato Giuseppe Maso, coordinatore locale degli Azzurri. Come in tutti i comuni sopra i 15mila abitanti, spetterà al coordinatore regionale Flavio Tosi stringere eventuali alleanze. Mentre Fratelli d’Italia pare indirizzata a sostenere il candidato leghista Braido.

«Mi sento molto sollevato – ha commentato Posocco all’indomani dell’esclusione -. Sapevo che non ero gradito da parte della segreteria. E mi dispiace che i rapporti personali siano stati anteposti a una visione di governo della città che guarda al futuro, di qui a 20 anni, e non a tappare le buche, aspetto questo, ammetto, che abbiamo fatto male in questa amministrazione. Con la sezione e la segreteria mi sono confrontato, ma non sono riuscito a farmi capire. E alla fine la scelta è caduta sul loro modo di vedere la città. Finalmente sono fuori da questo tunnel che si era creato. Rimango un autonomista, un leghista, un federalista e un europeista».

LA COMPLICAZIONE

Dieci giorni fa l’espulsione di Da Re ha complicato la posizione di Posocco che fin da subito si è schierato a fianco del “Baffo”. «Quando ho detto che contro Toni non avrei corso, tutto si è complicato – ammette Posocco -. Non tutti hanno avuto il coraggio di esprimere apertamente la propria posizione». Per Posocco, dopo quattro mesi di tira e molla, il ritorno alla vita di amministratore. «In questi 5 anni – dice – abbiamo lavorato molto. Sui lavori pubblici siamo stati carenti indubbiamente. Ma su sociale, cultura, turismo e altro c’è stato un grande lavoro anche se non si vede. Lascio a chi verrà un bilancio in ordine: abbiamo pagato i derivati sottoscritti durante l’amministrazione di cui Braido era vicesindaco e chi verrà magari potrà rivedere al ribasso le aliquote dell’Imu».

SEGGI, LA PROPOSTA DEL PD

In attesa delle votazioni, che si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno, il Partito Democratico, alla luce della chiusura dei seggi collocati a Nove e Formeniga, trasferiti rispettivamente a Forcal e nei Vendran, sollecita alcune misure per favorire l’espressione del diritto di voto a chi vive in periferia, non è servita dai mezzi pubblici. «Organizzare un servizio di trasporto gratuito per facilitare l’accesso ai seggi elettorali soprattutto per gli anziani, le persone con disabilità e coloro che vivono nelle zone più remote e colpite dalla chiusura dei seggi – le proposte del segretario Pd Fabio Braido -. Avviare campagne mirate per sensibilizzare sull’importanza della partecipazione elettorale. A livello nazionale, poi, occorre promuovere una legislazione che consenta il voto per corrispondenza, in modo da consentire una maggiore flessibilità per chi trova difficoltà a raggiungere i seggi il giorno delle elezioni».

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