TREVISO - Non possono portare un fiore sulla tomba dei propri cari perché gli accessi sono sbarrati. Ed è così ormai da diversi mesi. "Pericolo di crollo", si legge sulle transenne che isolano la parte centrale dell'ossario monumentale del cimitero di San Lazzaro. Non si può salire, così come non si può scendere per raggiungere le tombe sottostanti. Chi entra comunque, lo fa a proprio rischio e pericolo: vari pezzi di intonaco si sono già staccati, precipitando a terra. È nata da qui la decisione del Comune di chiudere l'area, almeno formalmente. Alcuni cittadini hanno scritto a Ca' Sugana e Contarina chiedendo un intervento di ripristino. «Il problema sta impedendo ad almeno un centinaio di persone di far visita ai propri defunti», dicono. In questa parte del cimitero sono ospitate persone scomparse ormai diversi anni fa. Ma non solo. C'è anche chi se n'è andato ad esempio nel 1995 o nel 2004.
IL NODO
Oltre al rischio crolli, poi, non mancano loculi lasciati aperti e altri chiusi in modo provvisorio. Mentre sulla copertura crescono gli arbusti. Il punto è che per sistemare tutto serve una somma superiore ai 300mila euro. È lo scoglio più grande. Il computo metrico è in fase di definizione. E c'è anche il capitolo autorizzazioni: trattandosi di una struttura monumentale, i lavori devono essere valutati dalla Soprintendenza. Sandro Zampese, assessore ai lavori pubblici, conosce bene la situazione. Si stanno gettando le basi per risolvere il problema una volta per tutte. «Si tratta dei loculi dell'ossario più vecchio di Treviso, che è anche un ossario monumentale spiega assieme a Contarina, la società che gestisce i cimiteri, stiamo predisponendo e facendo tutte le verifiche sul progetto. Di seguito, ci saranno gli incontri con la Soprintendenza. Ma soprattutto è necessario iniziare a reperire le risorse per poter poi eseguire i lavori. È questa la problematica principale». Ad oggi di fatto non è possibile prevedere una scadenza. Intanto l'accesso a quei loculi è stato interdetto perché si sono verificati dei distacchi, in particolare di pezzi del cornicione. «È stato necessario mettere in sicurezza quella parte per preservare l'incolumità dei cittadini», conferma l'assessore.
LE INCURSIONI
Dei mazzi di fiori freschi testimoniano che alcune persone entrano comunque nell'area interdetta, almeno all'esterno, per avvicinarsi alle tombe dei propri cari.