Casa e bollette, assalto alla Caritas: «Oltre il 20% delle richieste d'aiuto da parte di famiglie italiane»

Mercoledì 8 Maggio 2024 di Mauro Favaro
La presentazione del Bilancio di Caritas Tarvisina

TREVISO - Aumentano le povertà. Sia quelle nuove che quelle già conosciute. Sono stati oltre 100 i cittadini italiani, esattamente 109 (solo il 2% di origine straniera) che l’anno scorso hanno chiesto aiuto alla Caritas attraverso il centro di ascolto diocesano. Cioè più del 20% del totale (536 persone, 283 per la prima volta). Tra i nodi maggiori ci sono quelli riguardanti le difficoltà nel trovare casa e nel pagare le bollette. Per dare un’idea, da persone arrivate dall’Asia meridionale (soprattutto Pakistan) sono giunte 130 richieste d’aiuto. Dall’Africa occidentale 117. Mentre il nord Africa si è fermato a 107. E questo si aggiunge l'incremento dei richiedenti asilo che vivono per strada.

In particolare quelli provenienti dalla rotta balcanica. Il caso più eclatante è quello dell’Appiani, dove il parcheggio di fatto si trasforma regolarmente in un dormitorio. “Migranti “transitanti”, bloccati dai tempi della burocrazia”, dicono dalla Caritas.

Le richieste

L’aumento delle necessità è certificato anche dall’impennata dei pasti garantiti nella Casa della Carità di via Venier: l’anno scorso ne sono stati distribuiti 3.600 in più (da poco più di 15mila a oltre 18.600). Di pari passo, le docce sono aumentate di oltre il 50% (da 2.700 a quasi 4.200). E alla fine il dormitorio ha accolto 518 uomini e 21 donne. Ma purtroppo ancora non basta. A raccontare l’altra faccia di Treviso e della Marca, quella più povera, nonostante il capoluogo sia secondo in Veneto solamente a Cortina per reddito medio lordo pro-capite, è il nuovo bilancio sociale della Caritas relativo al 2023. I problemi economici emergono soprattutto con le difficoltà a trovare una sistemazione. «Si fa fatica a trovare qualcosa di stabile, magari anche a fronte di un contratto di lavoro. E l’accesso agli affitti è quasi impossibile – spiega don Bruno Baratto, coordinatore ad interim della Caritas – i bisogni e gli interventi sono notevolmente aumentati per povertà estrema, problemi legati all’alloggio, bollette e borsa della spesa. Questo indica un aumento delle difficoltà da parte di molti. E non soltanto di persone straniere: più del 20% degli accessi al centro di ascolto, solo qui a Treviso, riguardano italiani». Parallelamente cresce anche il numero di richiedenti asilo che non sapendo dove andare, in attesa dei documenti, si rivolgono alla Caritas almeno per mangiare e fare una doccia. «Abbiamo servito praticamente 10 pasti in più ogni sera – rivela don Bruno – siamo riusciti a rispondere con fatica, ma non è possibile ignorare chi vive ai margini. C’è stato di sicuro un forte aumento di richiedenti asilo “transitanti” che di fatto si ritrovano bloccati. La situazione dell’Appiani è la più evidente. Ma non è l’unica».

Le offerte

Di contro, nell’ultimo anno sono cresciute le offerte alla Caritas, anche grazie alla nuova attività come fondazione. Anzi, c’è stato un vero e proprio balzo del 50%. Il totale è arrivato a 800mila euro (compresi quasi 165mila euro destinati proprio alla Casa della Carità). Nei supermercati della zona, poi, sono stati raccolti beni alimentari per un valore di 30mila euro. Il bilancio sociale, curato anche da Elena Luison e Erika Della Bella, è stato presentato ieri nella Casa della Carità. Tra le mille attività, di seguito, ci sono quelle portate avanti in carcere, la formazione delle scuole, 13 doposcuola parrocchiali accompagnati, l’attenzione ai giovani, anche con il progetto “Casa Jawo”, il supporto alle persone che si sono messe alle spalle la guerra in Ucraina e i progetti di cooperazione, senza dimenticare le raccolte fondi per rispondere a emergenze come il terremoto in Turchia e Siria e l’alluvione in Emilia Romagna. Il tutto ancora nel segno di don Davide Schiavon. Lo storico direttore della Caritas, mancato improvvisamente lo scorso novembre a 54 anni, verrà ricordato anche nell’illustrazione pubblica del bilancio sociale che si terrà l’11 maggio. «Hai percorso le strade del mondo tessendo legami di fraternità in ogni luogo – è il saluto dell’equipe Caritas messo a chiusura del documento – il tuo sguardo profetico ci ha insegnato a guardare oltre, a vedere orizzonti dove altri tracciano confini. Il primo novembre ci sei mancato all’improvviso, ma il tuo esempio ci incoraggia a continuare a sognare. Grazie don».

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