Pinot grigio, vandali in Trentino: recise oltre mille viti del presidente del Consorzio di bonifica

L'uomo ha presentato denuncia ai carabinieri: il danno, ha raccontato l'imprenditore ai militari, è stato provocato da «qualcuno di esperto, da gente del mestiere»

Sabato 16 Marzo 2024
La strage del Pinot grigio in Trentino: vandali recidono oltre mille viti del presidente del Consorzio di bonifica

Oltre mille viti di Pinot grigio doc recise con precisione nelle campagne tra Mezzocorona e Roveré della Luna, in Trentino. É molto probabilmente un atto vandalico, o forse una minaccia o un'intimidazione quella subita dal proprietario dei vigneti, Luigi Stefani, noto imprenditore agricolo, già assessore comunale a Mezzocorona e attuale presidente - al suo terzo mandato - del Consorzio trentino di bonifica, che gestisce ed esegue la manutenzione di una rete di canali estesa per circa 170 chilometri, 29 impianti idrovori, circa 30 chilometri di strade e svolge anche funzioni di vigilanza.

L'uomo ha presentato denuncia ai carabinieri: il danno, ha raccontato l'imprenditore ai militari, è stato provocato da «qualcuno di esperto, da gente del mestiere».

La scoperta

Complessivamente sono state tagliate 1.255 viti in due diversi terreni, distanti circa duecento metri l'uno dall'altro. Il danno stimato dall'imprenditore agricolo ammonta a circa 15.000 euro. Stefani ha scoperto le piante recise martedì 12 marzo quando è stato a fare un giro nei campi ma è probabile che le viti siano state tagliate nei giorni precedenti. I terreni, uno dei quali è intestato anche ai fratelli dell'imprenditore, e a cui si accede da una stradina agricola tra i filari percorribile anche in auto, sono piuttosto grandi: uno misura 7.000 metri quadri e l'altro 2.000. Il danno interessa circa 4.000 metri quadrati: in un campo sono state recise 585 viti, nell'altro 670. Per tagliare oltre mille piante ci vuole tempo e non è escluso che a farlo sia stata più di una persona, probabilmente di notte o al crepuscolo.

Le telecamere

Utili alle indagini potrebbero essere le immagini delle telecamere che monitorano gli ingressi dei veicoli a Mezzocorona ed il traffico proveniente da Roveré. I responsabili si sono concentrati sui vitigni giovani, che hanno 4-5 anni di vita, «utilizzando una forbice a batteria incorporata: si vede perché c'è un taglio netto», ha raccontato Stefani. Un attrezzo che permette di tagliare velocemente e senza fare troppo rumore. Per tagliare le viti più vecchie e robuste, invece, è necessario qualcosa di simile ad una motosega, che è decisamente rumorosa.

 

«Roncola selvaggia»

In Trentino la pratica di tagliare alberi da frutto a scopo di vandalismo, danneggiamento o intimidazione viene giornalisticamente definita «roncola selvaggia». Gli episodi sono tanti. Nel 2019, ad esempio, un agricoltore di Baselga di Pinè ha denunciato ai carabinieri il taglio di diverse viti nel suo terreno coltivato con un incrocio tra Teroldego e Lagrein. Due anni prima un 55enne trentino ha rimediato una condanna ad un anno e otto mesi per danneggiamento aggravato ai danni di un agricoltore della val di Non a cui aveva tagliato quasi 200 meli dopo un contenzioso sul pagamento per alcuni lavori di bonifica. Nel 2014, sempre in val di Non, in un frutteto con circa 700 piante di mele, ne vennero tagliate, forse con una cesoia, 430. Non fa eccezione anche il vicino Alto Adige: nel 2015 - un esempio su tutti - venne preso di mira il terreno di proprietà dell'allora presidente della Cooperativa frutticoltori Eofrut di Termeno: in quel caso vennero tagliati circa 350 alberi di mele.

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 12:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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