Allarme legionella, già i primi casi nel pordenonese: le regole per ridurre i rischi

Segnalate alcune polmoniti causate dal batterio che colpisce in particolare persone anziane che hanno anche altre patologie

Sabato 8 Aprile 2023 di Loris Del Frate
Allarme legionella, già i primi casi nel pordenonese: le regole per ridurre i rischi

PORDENONE - Primi casi di legionella e scatta la spia rossa. Un battere subdolo che si annida nelle tubature ed è pronto a colpire soprattutto in questo periodo alla riapertura di impianti chiusi durante la stagione estiva. La Legionella può colpire anche nelle strutture ricettive, alberghi, case di riposo ed è accaduto che è stata trovata pure nelle tubature degli ospedale. A lanciare il segnale di pericolo è il Dipartimento di prevenzione dell'Asfo diretto da Lucio Bomben. «Con l'imminente arrivo della bella stagione non si deve sottovalutare il rischio contaminazione da legionella.


DOVE SI PRENDE
In una casa rimasta a lungo chiusa possono annidarsi le legionelle.

Trattandosi di batteri aerobi, batteri, cioè, che vivono in ambienti dove è presente ossigeno, le legionelle amano l'acqua, sia in siti naturali che artificiali. Proprio questi ultimi, cioè, impianti idrici degli edifici, tubature, docce, in particolare con soffioni incrostati, rubinetti senza rompigetto o incrostati, vasche idromassaggio, fontane interne, sciacquoni per Wc inutilizzati per lunghi periodi di tempo, idropulitrici, sistemi di irrigazione a spruzzo, sistemi di autolavaggio, piscine, possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana. «La presenza di legionella in sé - spiega Bomben - non rappresenta un pericolo immediato per la salute, il problema si verifica quando il batterio prolifera fino a raggiungere concentrazioni elevate. Ogni anno nel territorio pordenonese sono circa una ventina le persone che vengono ricoverate per polmonite da legionella e la maggior parte di queste sono anziani con pregresse patologie.


COME SI PRENDE
«La legionellosi - va avanti il capo Dipartimento Bomben - viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione di aerosol (micro goccioline d'acqua) contenente il battere. Non è mai stata dimostrata la trasmissione interumana della malattia, pertanto il contatto con una persona ammalata di legionellosi non comporta il contagio. Fattori che favoriscono l'insorgenza della malattia sono l'età avanzata, il fumo di sigaretta, la presenza di malattie croniche, deficit del sistema immunitario».


I SINTOMI
I sintomi d'esordio della legionellosi, possono essere febbre, perdita di appetito, mal di testa, malessere, letargia, mentre alcuni pazienti possono avvertire anche dolori muscolari, confusione. Una spia è la tosse, da lieve a catarrale, mentre il quadro clinico può aggravarsi a causa di una polmonite progressiva che si manifesta con insufficienza respiratoria.


COSA FARE
Per cercare di non avere contatti è necessario far uscire l'acqua dai rubinetti e farla scorrere per un periodo di tempo; controllare la temperatura dell'acqua così da evitare quella in cui prolifera la legionella, tra i 20 - 25 e i 40 - 45 gradi, vuotare, pulire e disinfettare i serbatoi di accumulo dell'acqua calda almeno 2 volte all'anno; mantenere le docce, i diffusori delle docce e i rompigetto dei rubinetti puliti e privi di incrostazioni. In tutti gli edifici a funzionamento stagionale, prima della riapertura, procedere ad una pulizia completa dei serbatoi e della rubinetteria ed ad una disinfezione dell'intera rete idrica.

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