La notizia arriva da fonti qualificate vicine al governo Meloni: l’inasprirsi delle tensioni internazionali, con il Medioriente in fiamme dopo l’attacco dell’Iran nei confronti di Israele e i timori per una risposta di Tel Aviv, blocca il percorso che era stato avviato per riaprire il confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia. «Il blocco - fanno sapere da Roma - sarà più prolungato del previsto». E allora alle porte potrebbe esserci non solo un'estate dal clima teso, ma anche caratterizzata dal ritorno di un fenomeno che tanti vacanzieri ormai avevano progressivamente dimenticato: le code alla frontiera sulla strada del mare.
Rotta balcanica, perché cresce la tensione
Era stata la premier Giorgia Meloni in persona, durante la sua visita a Pordenone, ad auspicare un ritorno alla normalità (quindi all’applicazione del Trattato di Schengen) al confine tra Italia e Slovenia. Ma la tensione in Medioriente, vero primo motore della chiusura delle frontiere dopo il 7 ottobre scorso, non solo non è diminuita ma si è addirittura accentuata. L’allerta per possibili infiltrazioni terroristiche lungo la Rotta Balcanica è tornata ai livelli massimi, gli stessi che dopo l’attentato di Hamas in Israele avevano convinto le autorità nazionali a serrare le fila per ripristinare i controlli ai valichi. «Impossibile pensare adesso a una riapertura del confine», fanno sapere esponenti friulani in Parlamento a Roma.
Frontiera chiusa tra Fvg e Slovenia: i disagi
Non è solamente un problema che riguarda i transfrontalieri che lavorano oltre il confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia e viceversa. Dal 1 gennaio del 2023, infatti, era caduto anche l’ultimo “muro”, cioè quello tra la Slovenia e la Croazia, grazie all’ingresso di Zagabria nel novero dei Paesi inclusi nel Trattato di Schengen. Ma lo scacchiere internazionale ha scompaginato tutto e l’estate che sta per arrivare rischia di essere simile a un incubo per decine se non centinaia di migliaia di vacanzieri in transito in Friuli oppure provenienti dalla regione stessa. I controlli in essere alla frontiera con la Slovenia non sono gli stessi di quando i due lati del confine erano militarizzati, ma i rallentamenti rischiano di essere praticamente inevitabili. E le conseguenze potrebbero riverberarsi non solo sui territori confinari, quando soprattutto sulla rete autostradale del Friuli Venezia Giulia in sé.
Controlli ai confini
Dal mese di ottobre 2023, dopo il ripristino dei controlli ai confini con la Slovenia, la Polizia di frontiera ha arrestato 90 persone, di cui 50 per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. In totale sono invece 362 le persone denunciate per crimini cosiddetti transfrontalieri, come ad esempio importazione di sostanze stupefacenti, possesso di armi e contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Durante i controlli, realizzati 24 ore su 24 ai valichi di Trieste, Gorizia, Cividale del Friuli e Tarvisio, sono state identificate oltre 50.000 persone e sequestrati numerosi veicoli, molti dei quali utilizzati per favorire il passaggio irregolare di immigrati clandestini o per occultare droga e armi. In varie occasioni, le persone denunciate hanno tentato di far entrare nel territorio italiano del carburante, senza il versamento delle accise previste, o preziosi frutto di riciclaggio.