PADOVA - Il dottor Alberto Turolla psicologo, psicoterapeuta e psicoanalista padovano, da anni analizza i comportamenti dei minori. Si è affermato come massimo esperto nelle cosiddette patologie psichiatriche, che in realtà rappresentano profonde sofferenze trattabili, risolvibili o alleviate attraverso il suo approccio metodico, la sua perizia e la sua umanità. «La violenza è un eccesso di forza e di voler dimostrare di essere in grado di dominare - spiega -. La violenza, oggi, nella nostra società è all'apice, e per questo diventa quasi un ideale da raggiungere per riuscire a terrorizzare l'avversario e farsi valere. Questo negli adolescenti di oggi, purtroppo, è abbastanza diffuso».
Perché autodenunciarsi pubblicando il video online?
«Freud in un suo articolo scriveva "delinquenti per sensi di colpa" indicando certe persone che commettono atti di violenza per essere puniti. Questa è una cosa paradossale che deriva dal senso di colpa. Non credo che sia questo il caso dell'origine del video.
Perché le bulle agiscono in gruppo e lo fanno in mezzo ad una strada davanti agli occhi di tutti?
«La violenza si manifesta anche nella maggioranza, nell'essere in due o tre contro una sola. La ragazza che ha tirato il primo schiaffo, poi, fa quasi un balletto, si diverte, dimostra la sua felicità nel vedere la sua amica maltrattare la vittima. Ad un certo momento, però, sembra esserci un ripensamento perché è stato superato quel limite che c'è dentro ad ognuno di noi, per fortuna. Rialza la vittima da terra forse perché è abbastanza appagata da ciò che le hanno fatto. Tutto questo avviene per la strada e non deve destare meraviglia perché è un'esibizione della violenza che per loro è un valore positivo e lo vogliono mostrare agli altri».
Ma dove trova radici il bullismo dei giovani?
«Il bullismo è circoscritto e definito: riguarda il nuocere a qualcuno parlandone male e usando frasi cattive. Questo certamente ha delle radici nell'educazione ed è l'espressione particolare della società odierna. Una volta si diceva "mi prendevano in giro", a tutti è capitato per qualche motivo, ma non c'era così tanta insistenza da arrivare fino al punto di far soffrire una persona e godere di questa sofferenza».