Incinta a 13 anni di un 32enne, lui insiste: «La rivoglio, denuncio tutti»

Venerdì 11 Ottobre 2019 di Gabriele Pipia
Incinta a 13 anni di un 32enne, lui insiste: «La rivoglio, denuncio tutti»
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PADOVA - «Sono passate altre ventiquattro ore e non sappiamo ancora niente. La mia compagna starà piangendo disperata in una comunità chissà dove e io non posso nemmeno sapere dove sia. Sono stato di nuovo dall'avvocato e sono pronto a denunciare tutti». Non ha sbollito la rabbia, anzi, il trentaduenne di origine sinti che tra un mese avrà un figlio da una ragazzina di tredici anni.
 


«Nella nostra cultura è un fatto assolutamente normale», continua a ripetere mentre fa la spola tra Cittadella, dove era stata ricoverata la giovane, e Treviso, dove ha lo studio il suo avvocato. Carabinieri e servizi sociali lavorano per fare luce sul rapporto tra i due, vista l'età così bassa della ragazzina e la differenza di 19 anni tra i due. Intanto il sindaco Luca Pierobon tira già le proprie conclusioni: «Indipendentemente dalla cultura, un fatto del genere è inaccettabile». Il caso fa discutere, a Cittadella e non solo. 
 
IL RICOVEROLa ragazzina sarebbe formalmente senza fissa dimora e l'ultima residenza risulterebbe nel Vicentino. Di sicuro fa parte di una famiglia di nomadi Sinti che si sposta tra il bassanese ed il cittadellese. Nei giorni scorsi è stata ricoverata all'ospedale di Cittadella per degli accertamenti legati alla sua gravidanza, ma venerdì le è stato imposto il trasferimento in una struttura protetta. «So solo che c'è un provvedimento urgente da parte dei servizi sociali dell'Ulss - spiega con prudenza il legale trevigiano Andrea Zambon, che assiste la famiglia nomade -. Attendiamo di capire cosa intenderà fare il Tribunale dei Minori di Venezia, che si è interessato dalla questione. Nei prossimi giorni capiremo come muoverci dal punto di vista legale».
IL COMPAGNOIl figlio dovrebbe nascere il 16 novembre. Il futuro padre è un fiume in piena. «Non so nemmeno in quale comunità sia stata portata, non ci è stato detto niente di niente. Ribadisco che lei era consenziente e che nella nostra cultura rimanere incinta a tredici anni non è un problema. Noi siamo brave persone e io nutro un forte sentimento e grande dispetto per lei. Siamo nati in Italia, i miei genitori e i miei nonni sono italiani. Ho sempre vissuto qui, tra Cittadella e Fontaniva. Per mantenermi vado a raccogliere ferro vecchio e a fare le pulizie in casa. Io e lei stiamo assieme da un anno e mezzo e questo figlio per noi è solo un grande regalo di Dio. Sono giorni che non mangio, bevo solo acqua e zucchero. Ma continuo la mia battaglia». 
LE REAZIONINon la pensa certo così il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon. «La situazione è gravissima, per me una ragazzina incinta a tredici anni è inconcepibile - commenta in modo netto -. Parliamo di una bambina che potrebbe avere la vita rovinata. Penso che potrebbe profilarsi un reato ma attendiamo di vedere cosa stabilità l'autorità giudiziaria. Per me ad un fatto simile non esiste alcuna giustificazione». 
Chi conosce molto bene la cultura nomade è la professoressa Claudia Mantovan, docente di sociologia all'università di Padova e studiosa delle popolazioni rom e sinti. «Il tema è complesso anche perché quella dei sinti non è un'unica cultura. È più corretto parlare di tante culture. Secondo me, in ogni caso, una diversità cultura va accettata fino a che non viola i diritti umani. In questo caso credo che rimanere incinta a tredici anni non sia accettabile, è troppo presto. A quell'età sei poco più di una bambina. Ben vengano quindi le attente valutazioni dei servizi sociali, ma penso sia sempre corretto avvisare genitori e fidanzato quando una ragazzina viene portata in una struttura protetta». 
Gabriele Pipia

Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 12:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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