Padova. Dal malinteso all'aggressione e all'accusa: «I poliziotti mi picchiarono, pensavo fossero rapinatori». Indagini verso la conclusione

Mercoledì 29 Novembre 2023 di Marco Aldighieri
Dal malinteso all'aggressione e all'accusa: «I poliziotti mi picchiarono, pensavo fossero rapinatori». Indagini verso la conclusione

PADOVA - Le indagini sul presunto pestaggio da parte di quattro agenti della Squadra mobile ai danni di un ragazzino di 17 anni, si stanno per concludere. Il pubblico ministero Roberto D’Angelo, nelle scorse settimane, ha sentito il giovane. Lo studente ha confermato quanto già detto ai carabinieri del Reparto investigativo, raccontando di essere stato picchiato dai poliziotti che aveva scambiato per dei rapinatori
Il 17enne è indagato dalla Procura dei minori per resistenza a pubblico ufficiale, mentre gli uomini della Mobile sono stati accusati di abuso d’ufficio, lesioni aggravate e falso ideologico

I FATTI

La sera del 16 dicembre dell’anno scorso lo studente stava tornando a casa con un amico dopo essere stato a una festa di compleanno. Nella querela presentata dalla sua famiglia si legge che il ragazzo ha dichiarato di aver visto un’auto (priva dei colori d’istituto della polizia di Stato) che gli ha tagliato la strada e due uomini in borghese che l’hanno buttato a terra, cercando di frugare nelle sue tasche

Il 17enne – incensurato e negativo alla perquisizione così come il suo amico – ha così pensato di essere vittima di due rapinatori e si è divincolato, non credendo alle parole “Siamo poliziotti” pronunciate dagli agenti. Una stretta di mano tra i due ragazzi sarebbe stata scambiata per un sospetto passaggio di droga. Di fatto quella notte è nata una colluttazione, con il ragazzo denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Ma la famiglia ha deciso che non avrebbe lasciato correre e ha presentato querela nei confronti dei poliziotti

«Non avevo capito che si trattava di agenti - ha raccontato la presunta vittima agli inquirenti - perchè quando sono scesi dall’auto non hanno mostrato il tesserino.

Pensavo fossero dei rapinatori. Una volta che mi sono trovato a terra ammanettato con forza, mi hanno mostrato i distintivi e allora ho capito». In un secondo momento, appurato che non si trattava di uno spacciatore, gli agenti hanno accompagnato a casa lo studente. I genitori, vedendolo dolorante, hanno deciso di accompagnarlo al pronto soccorso.

LE INDAGINI

La polizia lo ha descritto come molto alterato e con l’alito vinoso. Ma la dottoressa che lo ha visitato ha escluso che fosse ubriaco. Gli inquirenti, già ad aprile, hanno ascoltato per quattro ore in Procura il racconto della madre del ragazzo, oggi diciottenne. La donna ha fornito una versione dei fatti diametralmente opposta a quella data dai quattro agenti della Squadra mobile sezione anti-droga. 
I carabinieri hanno anche sentito l’amico del 17enne, insieme a lui quella sera del 16 dicembre del 2022. E anche altri amici. A tutti questi studenti sono stati sequestrati i telefoni cellulari e analizzati, ma gli investigatori non hanno trovato nulla di anomalo. È stata anche perquisita l’abitazione del giovane e qui sono stati trovati e sequestrati pochi grammi di hashish ad uso personale. Quella sera del controllo da parte della Mobile, il 17enne e l’amico avevano fumato uno spinello.

Ultimo aggiornamento: 14:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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