PADOVA - Tentata estorsione, rapina e lesioni personali in concorso. Tre i reati contestati a due giovani tunisini di 20 e 17 anni, arrestati dai militari dell'arma e portati in carcere dopo che hanno sequestrato un connazionale di 33 anni rapinandolo del denaro che aveva addosso ed esigendo poi dalla famiglia un riscatto per liberarlo.
L'allarme al 112 dalla Tunisia
L'episodio è di ieri pomeriggio, domenica 3 marzo. A chiedere l'intervento del 112 è una donna, che chiama dalla Tunisia. Segnala di aver ricevuto una videochiamata sul cellulare da alcuni sconosciuti che chiedono soldi per liberare il nipote. Nel racconto della parente alle forze dell'ordine fondamentale è stato un dettaglio. La donna infatti ha riferito di aver notato che i rapitori del nipote si trovavano nelle vicinanze di un fiume. Un elemento che ha portato subito gli investigatori a restringere il campo delle ricerche e mettersi sulle tracce dei malviventi..
Le ricerche vicino al fiume
Grazie alla geolocalizzazione del cellulare, è stato possibile accertare che l’uomo si trovava a Padova sul lungargine del fiume Brenta, in zona di Isola di Torre. Sul posto si sono dirette alcune pattuglie dell'Arma che hanno sorpreso un gruppo di cinque perone che stavano malmenando la vittima. Gli aggressori sono quindi fuggiti, dileguandosi per i campi. Lanciato l'allarme alle altre forze dell'ordine, all'operazione si sono così unite altre pattuglie dei carabinieri e della polizia che hanno individuato dove si erano nascosti i cinque fuggitivi, riuscendo però a bloccarne solo due, un giovane di 17 anni e l'altro di 20, entrambi tunisini e già con precedenti per droga e per reati contro la persona.
Il racconto della vittima
Il 33enne, portato in ospedale dove è stato ricoverato in prognosi riservata per le ferite riportate, ha raccontato che mentre si trovava al capolinea Nord del Tram, era stato avvicinato da cinque persone che lo avevano prelevato con la forza e caricato su un'auto, rapinandolo di 100 euro e di due telefoni cellulari. Raggiunta una zona isolata, i malviventi l'avrebbero picchiato e poi, tramite videochiamata, richiesto altro denaro ai suoi parenti. I due giovani sono stati così arrestati e portati in carcere per tentata estorsione, rapina e lesioni personali in concorso. Le indagini proseguono per individuare gli altri componenti della banda.