Gentile direttore,
sto leggendo in questi giorni il libro intervista di Alessandro Sallusti a Luca Palamara sulla magistratura italiana. A meno che non si tratti di false affermazioni c'è materia da far tremar le vene e i polsi. Tra una miriade di dichiarazioni, riportanti nomi circostanze e situazioni, cito solo quanto affermato a pagina 153 del libro laddove l'intervistato afferma che negli ultimi dieci anni non c'è stato un solo magistrato di Cassazione, non un solo procuratore o procuratore aggiunto che non sia arrivato a rivestire quel ruolo grazie al metodo Palamara. Quindi tutti non scelti in base alla capacità, esperienza, attitudine, ma attraverso una lottizzazione tra correnti politiche. Peggio, emerge che la magistratura sarebbe spesso stata usata come strumento di lotta politica. Quel che lascia allibito è che di fronte a tali comportamenti che minano le nostre garanzie costituzionali in un ambito estremamente importante e delicato, vi sia un atteggiamento tiepido se non silenzioso quasi generale da parte degli organi di informazione. Da cittadino italiano mi verrebbe voglia di andare a vivere in un altro Paese!
Giannino Furlanetto
Torre di Mosto
Caro lettore,
penso che nessun magistrato italiano leggendo ciò che ha raccontato l'ex presidente della Anm, Luca Palamara, sia caduto dalle nuvole o si sia troppo sorpreso.