Papa Francesco affaticato, rinuncia all'omelia della Domenica delle Palme. Poi condanna il «vile attentato a Mosca»

Il discorso in piazza San Pietro

Domenica 24 Marzo 2024 di Franca Giansoldati
Papa Francesco affaticato, rinuncia all'omelia della Domenica delle Palme. Poi condanna il «vile attentato a Mosca»

«Assicuro la mia preghiera per le vittime del vile attentato terroristico compiuto a Mosca, il Signore accolga nella pace e conforti le famiglie e converta i cuori di coloro che proteggono e organizzano queste azioni che offendono Dio il quale ha comandato di non uccidere». Papa Francesco in piazza San Pietro ha terminato con queste parole la celebrazione della domenica delle Palme.

Prima, durante la messa, i fedeli avevano pregato per i governanti «chiamati a coltivare la pace e il bene dei popoli perché sappiano superare ogni conflitto con il dialogo e il rispetto reciproco».

Papa Francesco affaticato

 

Il cielo per tutta la mattina è stato pieno di nuvole mosse continuamente dal vento, benchè di tanto in tanto si allargassero facendo filtrare l'azzurro. Il sagrato della basilica era un tripudio di fiori, con cataste di rametti di ulivo arrivati da Sanremo pronti per esser distribuiti alla gente, tuttavia sulla celebrazione di quest'anno  gravano eventi e notizie terribili. L'Ucraina stremata da due anni di aggressione russa, il Medioriente a pezzi con la guerra a Gaza, Israele sotto i razzi di Hamas, degli Hezbollah, senza contare i bombardamenti in Siria, nello Yemen, gli scontri in Sudan e per ultimo, in ordine cronologico, l'attentato dell'Isis a Mosca, segno che l'estremismo islamico più feroce continua a raccogliere adepti contro i cristiani e l'Occidente.

Papa Francesco seduto sul suo scranno, un po' affaticato, ha deciso di non dare lettura alla lunga omelia che aveva fatto preparare, né di affidarla ad un sacerdote vaticano come ultimamente fa per via della tosse che lo tormenta. Tuttavia al termine ha letto alcuni fogli dell'Angelus sottolineando che solo Gesù «ci può liberare dall'odio, dalla violenza perche lui è la misercordia e il perdono dei peccati». Ha ricordato poi coloro che soffrono per le guerre, iniziando dalla «martoriata Ucraina dove tanta gente si trova senza elettricità a causa degli intensi attacchi alle strutture. Attacchi che oltre a sofferenza comportano il rischio di una catastrofe umantaria con conseguenze ancora peggiori». Infine il pensiero è volato a Gaza «che soffre tanto e ad altri luoghi di conflitto».

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Il testo dell'omelia che aveva fatto elaborare e che non ha letto durante la messa parlava dei «cortocircuiti dell’odio che fanno arretrare l’umanità» sottolineando che la missione dei credenti è di testimoniare sempre la salvezza di Gesù. INsisteva poi sul bisogno di non farsi intorpidire dall’indifferenza, di non lasciarci sopraffare dall’insofferenza, ma di vegliare nei Getsemani dell’umanità, «consci che la spada non risolve niente; non migliora nulla e peggiora tutto».

Il solenne rito come tradizione è stato preceduto da una processione, poi è stato letto il Vangelo che racconta dell'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme con l'avvio del suo destino fino alla crocefissione. 

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Il tema del male nella predicazione di Papa Francesco è una costante. Nel testo non letto esortava a non essere ignavi, a non chiudere gli occhi di fronte al male. Il male è anche distanza e omissione. «Girarsi dall’altra parte, stare appartati anziché alzarsi e sostenere l’opera di Dio con la preghiera e chi soffre con l’amore, è una colpa». L'incoraggiamento che arriva dal Papa ai cristiani è di non smettere mai di lottare contro l'egoismo, il «pericolo di pensare solo a noi stessi».  

La messa si è chiusa con un giro sulla papamobile. Il Papa è stato incoraggiato e lui stesso ha incoraggiato: Andiamo avanti, andiamo avanti. 
 

Ultimo aggiornamento: 15:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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