L'articolo 1 della Costituzione ci dice che «l'Italia è una, non una somma di repubbliche e neanche una federazione di repubbliche e ci conferma nei fatti che la Costituzione è estremamente giovane perché è stata fatta con tanta saggezza. Per questo si è dimostrata in grado di adattarsi con efficacia situazioni nuove e non prevedibili in quei tempi». Lezione di diritto costituzionale del presidente della Repubblica in un "format" eccezionale al Quirinale: tra battute e sorrisi Sergio Mattarella ha parlato di Costituzione e dintorni con un gruppo di giovani creator riuniti nella"sala della Musica" in un dialogo senza filtri che ha spaziato dal digitale ai diritti, fino ad alcune osservazioni personali.
È bastato vedere chi fosse il conduttore del dialogo, Fabio Rovazzi (un filino emozionato) per capire quanto l'esperimento di ibridazione tra la prima delle istituzioni e il mondo dei social sia stata spregiudicata e certamente innovativa. Ma i contenuti sono serissimi e tra il presidente e i ragazzi il confronto ha toccato temi delicatissimi: dalle riforme ai diritti, dalla libertà d'informazione all'astensionismo. Il capo dello stato parte subito forte e spiega così qual era l'obiettivo di questa inedita riunione al Colle: «Tempo addietro dissi che la Costituzione è come della cassetta degli attrezzi della democrazia» ma oggi si può parlare di «uno scrigno che tutela i nostri diritti e le nostre libertà». Uno scrigno, parola che racconto di oggetti preziosi da custodire con cautela. Per questo si rivolge ai più giovani cercando di fargli capire i rischi che ci potrebbero essere nel trattare con mani maldestre un oggetto tanto prezioso: «I diritti sono come un po' in natura, vanno coltivati per evitare che appassiscano. Non possiamo permettere che appassisca la democrazia», gli sottolinea con garbo. Quindi torna sulla Costituzione premettendo che è «materia per giovani più che per vecchi». Lo è perchè, evidenzia, «la Costituzione è estremamente giovane, è stata fatta con tanta saggezza da avere norme che si adattano a condizioni anche imprevedibili. Ci sono condizioni create nel corso dei decenni, allora non prevedibili, ma quelle norme hanno un'elasticità e una duttilità che si riferisce anche a fattispecie diverse».
Certamente il presidente non sfiora neanche il tema caldissimo delle riforme che sono ormai avviate nel percorso parlamentare, ma è inevitabile per i cronisti cercare di trovare collegamenti con il premierato e l'autonomia. Certamente la sovranità popolare si esercita tuttora con il voto e il capo dello Stato lo certifica non nascondendo la sua preoccupazione per l'astensionismo: «Spero che torni a crescere la partecipazione al voto nelle elezioni. Quello, più di ogni altro, è il momento in cui il cittadino diventa protagonista, ed esercita la sovranità». Con un parterre così inusuale per i saloni del Quirinale non potevano mancare alleggerimenti e battute: come quando Rovazzi introduce il dialogo citando Spiderman ed è sembrato quasi vederlo arrampicarsi sugli specchi dorati del palazzo. Oppure quando Mattarella confessa di essere «un po' emozionato» di parlare con interlocutori così giovani. Fino a provare ad immedesimarsi nel ruolo del creator. Se lo fossi parlerei di giustizia sociale: mi chiederei e chiederei »perché vi sono bambini e ragazzi che vivono bene, hanno tante opportunità e altri, in altre parti del mondo, che faticano per sopravvivere».