L'obiettivo è accelerare al massimo le procedure per il trasferimento, ma serviranno settimane - al massimo due mesi - per il rientro di Chico Forti in Italia.
Uno degli ostacoli più difficili nella trattativa per il rientro era proprio la questione dell'ergastolo, emerso fin dallo scorso autunno, dopo gli incontri del vicepremier Antonio Tajani con il segretario di Stato Antony Blinken, e quelli del ministro Carlo Nordio con il collega americano. La questione è stata affrontata anche durante la visita del premier Giorgia Meloni: è stato stabilito che in Italia Forti sconterà ancora l'ergastolo, ma sottoponendosi alle leggi del nostro Paese. Dopo il successo dei colloqui è stato attivato il meccanismo del trasferimento.
LA PROCEDURA
Una volta ricevuto l'ordine dal governatore della Florida, Ron DeSantis, Forti sarà spostato dal carcere statale a uno federale. La pratica passerà quindi al Department of Justice, che trasmetterà al ministero italiano la sentenza tradotta e la documentazione. Le autorità italiane dovranno presentare a loro volta una serie di documenti, compresi quelli in cui si attesta che applicheranno la procedura del «proseguimento dell'esecuzione» o della «conversione della sentenza». Il ministero italiano girerà quindi la documentazione all'autorità giudiziaria, che a sua volta dovrà riconoscere la sentenza e metterla in esecuzione. Forti, negli Usa, comparirà di fronte a un magistrato federale per confermare l'assenso alla procedura. L'ultimo passaggio sarà l'esecuzione del trasferimento, di cui si farà carico l'Italia, prendendo in consegna il detenuto. «Auspichiamo che tutti i passaggi si possano compiere nel più breve tempo possibile per consentire a Forti di continuare a scontare nel suo Paese, vicino ai suoi affetti, la pena», ha commenta il Gardasigilli, che ha assicurato che i suoi uffici «lavoreranno per ottemperare nel più breve tempo possibile a tutti i passaggi di competenza del ministero».
Nella vicenda di Forti, comunque, potrebbero avere pesato anche la situazione internazionale e i rapporti interni al partito repubblicano. Tra Italia e America vige infatti una convenzione sul trasferimento delle persone condannate che prevede che la sentenza possa venire scontata nel paese di origine. Sia l'amministrazione Trump che quella Biden avevano dato parere favorevole al trasferimento, mentre a opporsi era il governatore della Florida. A dare una chiave di lettura dell'inversione di rotta è l'avvocato Tirelli: «Pur riconoscendo gli sforzi della diplomazia italiana e soprattutto del governo, va però chiarito che il cambio di rotta del governatore della Florida, che aveva sino ad ora di fatto apposto il veto al trasferimento, è probabilmente derivato anche dalla sconfitta del governatore De Santis nelle primarie del partito repubblicano e, dall'altra parte, dal rafforzarsi della posizione di Trump, che si era sempre dichiarato a favore del trasferimento. Va anche riconosciuta l'intenzione del governo americano di rinvigorire i rapporti di amicizia e di collaborazione con gli alleati in un momento che registra l'estrema difficoltà nell'andamento del conflitto ucraino».