Siria-Iran, Assad volta le spalle agli ayatollah: sospetti di tradimento e crepe nell’asse contro Usa e Israele

L’attacco di Israele al consolato iraniano scava un solco tra il regime degli Ayatollah e i Paesi “amici” di Siria e Iraq

Domenica 21 Aprile 2024 di Silvia Miglionico
Siria-Iran, assad volta le spalle agli ayatollah: sospetti di tradimento. Crepe nell’asse contro Usa e Israele

Sospetti di tradimento, agenti infiltrati e “doppio gioco” mediorientale. L’attacco di Israele al consolato iraniano a Damasco che ha colpito il comando delle forze Quds delle Guardie rivoluzionarie iraniane in Siria e Libano, e il contrattacco dell’Iran con 350 fra missili e droni su Israele, scavano un solco tra il regime degli Ayatollah e i Paesi “amici” di Siria e Iraq.

Che non hanno intenzione di essere coinvolti in una guerra regionale e non vogliono esporsi alle rappresaglie americane e israeliane. Dopo il raid a Damasco, in realtà mai rivendicato da Israele, in cui sono stati uccisi il generale Mohammad Reza Zahedi, il suo vice Mohammad Hadi Rahimi e i loro sub-comandanti, l’Intelligence iraniana e quella siriana avrebbero avviato un’indagine congiunta per escludere soffiate da dentro i servizi di sicurezza siriani. In pochi mesi, 18 alti ufficiali iraniani dei Pasdaran sono stati chirurgicamente eliminati in Siria da droni o caccia con la Stella di Davide. Possibile che i “servizi” di Damasco, sempre ben informati, ne fossero all’oscuro? Secondo rivelazioni della Tv Bloomberg, rilanciate da media israeliani come Maariv e Jerusalem Post, gli iraniani avrebbero deciso a un certo punto di proseguire le indagini da soli, avendo dubbi su possibili collusioni nell’intelligence siriana col nemico. E, anzi, che siano avallate dallo stesso dittatore siriano, Bashar al-Assad. Non a caso, come rivelato da L’Orient-Le Jour, Assad avrebbe negato a Teheran il permesso di attaccare dal territorio siriano le alture del Golan occupate da Israele. Si tratterebbe delle prime crepe nell’Asse della Resistenza contro Israele e Stati Uniti. Le indiscrezioni su possibili coperture nell’intelligence siriana in chiave anti-Iran verrebbero da un delatore dei servizi siriani, una gola profonda che avrebbe segnalato il legame tra gli operativi Hezbollah filo-iraniani assassinati in Siria e gli 007 siriani. Da questi ultimi potrebbero esser partite le “dritte” agli israeliani.

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IL QUADRO

Lo scenario è coerente con notizie filtrate prima della risposta di Teheran a Israele, sul possibile contrattacco dalla Siria. Il regime siriano controlla il 70 per cento del territorio, ma non aree strategiche nel Nord-est e Sud-est, dove gli americani sono presenti con basi (circa 900 uomini) e sostengono l’opposizione ad Assad. Il quale teme di essere penalizzato dall’aggressività delle milizie iraniane che attaccanole basi americane. Significativamente, gli americani bersagliati sia in Iraq che in Siria, compiono rappresaglie solo in territorio siriano, evitando di creare problemi al governo di Baghdad, che pur supportato anche da Teheran, ha un rapporto di collaborazione con gli Usa e vuole mantenerlo. Le ripetute missioni del segretario di Stato Antony Blinken in Medio Oriente, insieme a quelle del capo della Cia William Burns, sono servite anche a lanciare segnali di moderazione a Teheran attraverso il premier iracheno, Shia al-Sudani. A sua volta, il siriano Assad è infastidito dalle continue incursioni israeliane e dalle rappresaglie americane, a Damasco e Aleppo. E gli Usa avrebbero fatto sapere ad Assad che non avrebbero tollerato l’appoggio operativo al fianco dell’Iran. Assad, poi, tiene molto più al rapporto con la Russia e a non provocare gli Usa (per avere mano libera a riprendersi città come Idlib), che non al vicinato con l’Iran. Per questo avrebbe rimescolato le carte nei servizi segreti epurando parte della dirigenza a favore della corrente russa più che iraniana. Come non bastasse, tra Iraq e Siria operano contro l’Isis gruppi filo-iraniani, da Asaib Ahl al-Haq alle Brigate Badr e Kataeb Hezbollah. Senza contare la presenza americana nelle basi di al-Asad in Iraq e al-Tanf in Siria. Difficile per Assad gestire, oltre tutto, pure il confronto aperto Iran-Israele.

Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 09:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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