È ancora alta tensione tra governo e Stellantis. Da un lato le indiscrezioni sulla fusione con la francese Renault seccamente smentite dal presidente John Elkann: «Non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori». Dall’altro la premier Giorgia Meloni che dal Giappone definisce «bizzarre» le parole dell’ad Carlos Tavares sugli incentivi ecologici del governo italiano e la minaccia di spostare gli stabilimenti all’estero se non ci sarà un cambio di passo: «Mi sembra un po’ curioso perché penso che un ad di una grande società sappia che gli incentivi di un governo non possono essere rivolti ad una azienda nello specifico».
LO SCONTRO
Cronache di un’altra giornata sull’ottovolante nella trattativa tra Palazzo Chigi e il gruppo degli Agnelli per garantire la produzione in Italia e l’occupazione negli stabilimenti.
Stellantis, Meloni: «Bizzarro quanto ho letto, mai incentivi a una sola azienda»
LE REAZIONI
Nel botta e risposta con il governo, Elkann prova a calmare le acque assicurando che «Stellantis è impegnata al tavolo automotive promosso dal Mimit, che vede uniti il governo italiano con tutti gli attori della filiera nel raggiungimento di importanti obiettivi comuni per affrontare insieme le sfide della transizione energetica». Netta la smentita sulla fusione con Renault. «La società è concentrata sull’esecuzione del piano strategico “Dare Forward” - fa sapere in una nota Elkann - e nella puntuale realizzazione dei progetti annunciati per rafforzare la sua attività in ogni mercato dove è presente, inclusa l’Italia».
Meloni da parte sua ribadisce l’interesse del governo a «ogni forma di investimento che possa produrre posti di lavoro» ma aggiunge: «Il rapporto deve essere equilibrato». Insomma, le acque restano agitate. E non aiuta l’annuncio del colosso italo-francese della cassa integrazione per tutto il mese di marzo ai lavoratori impiegati sulle linee Maserati e 500 Bev nello stabilimento di Mirafiori. Uno stop che in verità sarà più lungo, accusano i sindacati, perché la Cig scatterà già dal 12 febbraio. In trincea anche le opposizioni. Torna all’attacco il leader di Azione Carlo Calenda: «Elkann non se la può cavare così, deve spiegare in modo esaustivo e dettagliato quali piani ci sono per investimenti, fabbriche e occupazione in Italia». Si accoda il Pd che per sabato prossimo ha organizzato un sit-in davanti allo stabilimento di Pomigliano D’Arco.