Non solo aumenti di stipendio fino a 194 euro lordi mensili. Ma anche, a differenza di quanto avvenuto per medici e infermieri, un calcolo più favorevole della pensione.
LO STANZIAMENTO
Un’altra quarantina di milioni (38,3 per l’esattezza), vengono stanziati per essere destinati alla stipula «di polizze assicurative per la copertura sanitaria e infortunistica complementare». Anche Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, e le altre Forze Armate, insomma, potranno disporre di polizze sanitarie per coprire le esigenze di salute proprie e dei propri familiari a carico. Ma la parte probabilmente più rilevante di tutto l’emendamento riguarda il regime previdenziale di poliziotti, carabinieri, militari e vigili del fuoco. Per chi andrà (o è andato) in pensione dal primo gennaio del 2022, ci sarà un calcolo più favorevole del montante contributivo accumulato. La pensione, cioè, sarà più alta. Ma perché questa scelta in controtendenza con quanto fatto, per esempio, con i medici, gli infermieri, i maestri e i dipendenti degli enti locali? C’è in realtà una ragione. I dipendenti del comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico, vanno in pensione prima, mediamente a 60-62 anni. Questo significa che nella loro carriera riescono a versare meno contributi previdenziali. E in un sistema che ormai va verso il calcolo totalmente contributivo dell’assegno, rischiano di non avere meno versamenti degli altri dipendenti pubblici e, dunque, pensioni più basse. Per questo, spiega l’emendamento del governo, sarà aumentato «il coefficiente di trasformazione del montante contributivo».
LE PREVISIONI
Questa previsione, per ora, rischia però di essere solo un impegno “politico” perché, come spiega la stessa relazione tecnica dell’emendamento, i 10 milioni di euro stanziati sono insufficienti. Da qui al 2033 servirebbero 1,7 miliardi di euro per alzare le pensioni a tutti i poliziotti e i militari che lasceranno il lavoro. Per adesso, i fondi stanziati, servono a coprire chi andrà in pensione nel 2024 e nel 2025. Poi si vedrà. Più certezze invece, ci sono sugli aumenti di stipendio una volta che il nuovo contratto sarà firmato. Le tabelle sono già state elaborate dal Dipartimento della Funzione pubblica. A regime, dal 2025, un poliziotto riceverà in media 187 euro lordi al mese in più in busta paga, un carabiniere 189 euro, una guardia carceraria 179 euro, un finanziere 194 euro, un militare dell’esercito 172 euro, uno della marina 189 e uno dell’aeronautica 192 euro. Gli aumenti per i vigili del fuoco oscilleranno da 169 euro per i non dirigenti, a oltre 400 euro per i quadri direttivi.