L'armadio di Fiorenza D'Antonio: «Il mio stile unico e stravagante come mio nonno»

L’attrice, ora in tv nella serie “I fantastici 5”, racconta il suo rapporto con gli abiti: «Mi piace mischiare vari capi ed essere romantica e bohemien, mi ispiro a Giappone, Cina e d’estate alla Dolce vita»

Mercoledì 24 Gennaio 2024 di Veronica Timperi
Fiorenza D'Antonio (foto di Fiorenzo Niccoli)

Bionda, occhi azzurri, con un volto da diva d’altri tempi, Fiorenza D’Antonio, attrice e modella napoletana classe 1992, ha una personalità poliedrica e verace.

Seconda classificata a Miss Italia nel 2018, ha studiato dizione e recitazione con Gabriella Cerino, perfezionandosi con Massimiliano Bruno, iscrivendosi nel 2021 al Centro sperimentale di Cinematografia di Roma. Ha lavorato con Paolo Sorrentino nel film È stata la mano di Dio nel ruolo di Gigliola, e nel Commissario Ricciardi, al fianco di Lino Guanciale. In questi giorni è in tv nella serie I fantastici 5, insieme a Raoul Bova. 
Che rapporto ha con la moda?

«Ne sono affascinata da sempre, infatti mi sono laureata in fashion design e ho lavorato vari anni come stylist. Mi diverte sperimentare e mischiare stili diversi».
È da shopping sfrenato? 
«Il mio shopping sfrenato è nei mercatini, mi piace il vintage e compro cose stranissime che poi trovano sempre il giorno in cui essere indossate». 
Lei come definirebbe il suo stile? 
«Sempre diverso. Mi piace il romantico ma anche l’etnico, il bohemien, mi ispiro al Giappone, alla Cina, ma anche alla Parigi di un tempo e poi, in estate, mi piacciono i rimandi ai look degli anni della Dolce Vita». 
Come le piace vestire?
«Sicuramente comoda. I tacchi solo se è proprio necessario, 3 volte l’anno o per volere della costumista se sto girando».
Rapporto con il suo corpo? 
«Mi sento fortunata. Mangiare mi piace da morire poi mi metto sotto per tornare in forma, non ne faccio un dramma». 
C’è qualcosa che cambierebbe? 
«Il seno un po’ più grande sarebbe più bello ma non me lo rifarei mai, considerando che non indosso mai il reggiseno».
Ha una parte che invece le piace valorizzare? 
«La schiena. Se posso la lascio nuda». 
Si sente più sensuale o goffa? 
«A casa mia madre mi chiamava “Pasqualina Passaguai”, perché sono maldestra, inciampo e sbatto a tutte le porte. Per il resto dipende, alcuni abiti mi portano a muovermi in modo più sensuale e armonioso».
Quali sono i capi e gli accessori chiave del suo guardaroba? 
«Il montone patchwork, i guanti mozzati, la giacca nera di pelle lunga alla Matrix». 
C’è un riferimento per quanto riguarda lo stile? 
«Nessuna diva, né di ieri né di oggi. Mi piace lo stile che aveva mio nonno, elegante con un tocco di stravaganza». 
Ha un portafortuna? 
«Una perla che trovai in spiaggia qualche anno fa. La attaccai ad una lenza da pesca ne feci una collana, essendo la lenza trasparente la collana sembra sospesa. Ecco lei mi ha portato un bel po’ di fortuna». 
C’è qualche accessorio o capo a cui è legata? 
«Una maglietta blu con tre stelle bianche, la portava mia madre a 13 anni e non si sa come è riuscita ad arrivare a me».
Guerre, crisi energetica ed economica: come saranno influenzati i suoi acquisti? 
«La mia filosofia è acquistare capi e accessori artigianali e second hand».

Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 07:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA