Tiberio Timperi: «Dopo due depressioni posso dirlo, la vita vera non è in tv. Le donne? Non ho più fiducia, l'analista mi dice di puntare sugli amici»

Il conduttore si confessa: «Il lavoro non è tutto, è la lezione di Frizzi. Serena Bortone si è lamentata con me perché pensava volessi prendere il suo posto a "Oggi è un altro giorno"»

Domenica 1 Ottobre 2023 di Andrea Scarpa
Tiberio Timperi: «Dopo due depressioni posso dirlo, la vita vera non è in tv. Le donne? Non ho più fiducia, l'analista mi dice di puntare sugli amici»

Tiberio Timperi compie 59 anni fra pochi giorni, il 19 ottobre. Un mese fa, il 18 settembre, è tornato in video come conduttore dello storico programma di Rai2 I fatti vostri, ideato e diretto da un inossidabile ottantenne come Michele Guardì.

Lavora con lui dal 1996: non s’è stufato?
«No.

A volte ho fatto il tappabuchi, ma quando lui chiama io ci sono sempre. E stavolta più che mai».

Come ci arriva a questo traguardo?
«Come uno che ha fatto tutto da solo, senza dritte. Non dimentico il mio punto di partenza - piazza Vittorio a Roma, papà operaio e mamma portinaia - e il fatto di essere stato un outsider, anche se oggi si dice underdog, e sono contento così. Anche se potevo fare di più».

Cosa ha scontato?
«Non saper essere diplomatico fino all’autolesionismo. Un po’ ho limato, ma se uno nasce tondo non può diventare quadrato». 

Ha fatto arrabbiare anche Raffaella Carrà.
«Sì, ma indirettamente. Durante lo show Navigator di Rai1 ebbi uno scambio di battute con Sergio Japino, regista e suo compagno. Se la tirava un po’ troppo e il feeling non fu dei migliori. Era il 1999».

Quel punto di partenza è stata un’arma in più?
«Sì, anche se da ragazzo mi vergognavo del mio quartiere: il mercato, i cassettari, i contrabbandieri sotto i portici... Volevo di più, ma ormai so che la mia vita sarà sempre in salita. È il mio destino».

E se lo è meritato?
«Abbastanza. Fossi stato meno diretto, forse sarebbe andata diversamente. In passato sono stato anche un po’ stronzo: mi sentivo tutto io. Forse perché dovevo recuperare, da ragazzino ero cicciottello, brufoloso e povero. Ma non mi lamento: ho avuto quello che meritavo».

Le carte in più?
«Essere tignoso, come si dice a Roma. E passionale».

All’inizio che voleva fare, spettacolo o giornalismo?
«Radio. Tutto il resto è arrivato per caso. In Rai da sempre si dice che per un programma bisogna prendere due della maggioranza, uno della minoranza e uno bravo. Io non avendo sponsor penso di essere il quarto. Altrimenti non sarei qui».

La volevano in Forza Italia, però.
«Sì, quando nacque ero in Fininvest. Risposi che la politica non faceva per me».

L’ha pagata?
«No. Mai ricevuto pressioni».

E in Rai?
«Qualcosa sì, ma è normale: da sempre risponde al governo». 

Che ne pensa dei nuovi arrivi come Pino Insegno e Caterina Balivo? Diciamo che gli ascolti non decollano.
«Sono professionisti, la Rai ha rimescolato le carte, non giudico».

Con la diplomazia è migliorato.
«Lavorando con Guardì mi sono democristianizzato anch’io». 

In tv cosa guarda?
«Le novità. E poi il tg di Mentana su La7. E Striscia la notizia di Antonio Ricci, linfa vitale di uno degli highlander della tv che ancora oggi non fa sconti a nessuno. E poi Home e Garden Tv sul Canale 56e e Motor Trend sul 59. Adoro le auto».

È vero che due settimane fa sull’autostrada del Brennero se l’è vista molto brutta?
«Sì. Ero su un’auto con la guida assistita quando a 110 kmh, sulla corsia di destra, ha frenato all’improvviso e ha sterzato a destra. Da sola. È andato in tilt il sistema elettronico. Se lo racconto è un mezzo miracolo».

Ora vive in un casale in Umbria?
«E chi ce l’ha mai avuti i soldi per un casale? Ho comprato un appartamento in un borgo. Prima ci andavo solo nel weekend, dopo il Covid ho deciso di fare il salto. A Roma ho una casetta vicino a Saxa Rubra».

C’entra in qualche modo suo figlio? Quali sono i rapporti con lui e con la sua ex moglie?
«Non ne parlo. In passato ho già detto troppo».

Sul suo profilo Instagram ha scritto: “In una seconda vita: le stesse scelte? Gli stessi errori?”. A cosa si riferiva?
«Ho fatto sbagli che ho pagato. Ho vissuto 15-18 anni che avrebbero ucciso chiunque. Adesso, bruciacchiato e tumefatto, sono a posto con la coscienza».

A Guardì professionalmente ha chiesto di più?
«Mai. La morte di Fabrizio Frizzi mi ha fatto capire che in un attimo finisce tutto, quindi perché caricarmi di altri impegni? Perché negarmi la vita fuori da uno studio tv? Non c’è solo il lavoro. In passato mi sono sentito stupidamente bravo, pensavo di dover fare chissà cosa, e poi la vita privata e la morte dei miei genitori mi hanno svelato la realtà».

È vero che suo padre le suggeriva di fare l’esamino di coscienza ogni sera?
«Sì. L’ultima volta l’ho fatto quest’estate, all’alba. Se dovessi morire ora sono a posto. Ho fatto più di quello che dovevo fare».

Qual è la difficoltà maggiore di chi fa oggi tv?
«La dittatura nazista e ipocrita del politicamente corretto. Il mio mestiere sta diventando sempre più complicato per questa trappola, sempre pronta a scattare in diretta, e per il veleno delle iene dei social». 

Quando smetterà?
«Anche se mi sento trent’anni, sono invecchiato. Quando perderò colpi, toglierò il disturbo. Uscire di scena con dignità è importante. Ho vissuto male la morte dei miei: mia madre aveva il diabete e le hanno amputato prima una gamba e poi l’altra. Mio padre, che da giovane sembrava Tyrone Power, se n’è andato male, fragilissimo. Quando sarà, potrei andare in quei posti in Svizzera in cui ti aiutano ad andar via. Ci vuole coraggio, ma ci ho pensato. Sono solo».

E con le donne ha chiuso? 
«Oddio, ho quasi 60 anni... Ogni tanto incontro, ma sempre con poca fiducia nel genere umano. Per me è difficile. Penso di aver vissuto due grandi passioni che ho confuso con l’amore. Il mio analista mi dice sempre: coltiva i buoni amici e non rimanere solo. Ho vissuto due depressioni molto brutte».

Quando?
«Durante il Covid. Sono state devastanti. Le ho superate anche con i farmaci».

Quando ha iniziato con l’analisi?
«Durante il divorzio. La mancanza di punti di riferimento è stata durissima. Ogni tanto faccio qualche tagliando». 

Con Anna Falchi come va?
«La conosco da tempo. È brava e bella, ma ho altri canoni». 

 

Al suo fianco voleva Ingrid Muccitelli?
«Per me è una sorella, ma non mi sarei mai permesso di suggerirla a Guardì».

n passato con Francesca Fialdini alla “Vita in diretta” e Monica Setta a “In famiglia” ha avuto qualche problemino?
«Certo. Abbiamo discusso ma poi abbiamo risolto. Monica Setta è una che il suo lavoro lo conosce e dopo alcune schermaglie iniziali abbiamo trovato un nostro modus vivendi. Le ho anche detto che non sono pagato a parola né a inquadratura». 

E con Serena Bortone come è andata?
«Quest’estate si è lamentata dicendomi che volevo prendere il suo posto su Rai1 a Oggi è un altro giorno. “Non ci penso proprio”, le ho detto. Folklore Rai, nessun problema».

Adesso lavora con Lucio Presta: la vedremo a Sanremo con Amadeus?
«Una cosa alla volta. Ora ci sono I fatti vostri».

Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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