Treviso. Marcello Cesena tra romanzo e Gialappa's: «E con Jean Claude ne vedrete delle belle»

Giovedì 12 Ottobre 2023 di Chiara Pavan
Marcello Cesena

TREVISO - Peggio di un terrorista? Forse un artista. «Potrebbe fare qualsiasi cosa se una buona idea gli venisse sottratta». Marcello Cesena, da artista, ne è certo, e lo ribadisce nel thriller che segna il suo esordio come scrittore, “Un luogo sicuro” (Sperling & Kupfer), grande evento del festival CartaCarbone sabato alle 21 a Santa Caterina. Il celebre attore, regista e sceneggiatore, ex Broncoviz (l’inarrivabile “Michele l’intenditore” vessato da Carla Signoris e Maurizio Crozza) e strepitoso damerino Jean Claude perennemente tormentato dalla feroce “Madreh”, presto di nuovo in tv accanto alla Gialappa’s dal 16 ottobre (su Sky Uno e Tv8), si misura per la prima volta con la scrittura.

«Esperienza totalmente nuova per me - confessa - che costringe a raccontarti. Scrivendo un romanzo vai davvero nell’intimo, attingi al personale». E nel “duetto” tra donne al centro del suo thriller, un incontro forse impossibile tra la regista di successo Geneviève e la giovane e misteriosa profuga, Azadeh, forse terrorista, fuggita col figlioletto dagli orrori di un paese in guerra, Cesena mette in gioco ricordi, pensieri, memorie personali: «Rileggendo la storia di questa regista cinquantenne, sposata con un uomo molto più giovane di lei, beh, sono io - osserva - ero a Parigi nel momento dell’assalto al Bataclan, e ho vissuto l’atmosfera terribile di quei giorni, e lì mi è venuta idea di scrivere qualcosa.

Il plot l’ho buttato giù in una notte, ho mollato una cena e sono tornato a casa a scrivere. E poi mi sono anche chiesto se questa storia fosse adatta a un film o a qualcosa di diverso».

In effetti il romanzo si presta a diventare un film.

«Spero si possa fare. Mi piacerebbe anche dirigerlo. Mi intriga molto lo scontro tra questi due caratteri che arrivano da pianeti differenti».

Una storia che vive di sguardi femminili.

«Penso che la personalità femminile sia più interessante di quella maschile. Certo, sono personalità anche più contorte, forse a certi punti di cattiveria i maschi non arrivano..».

Curioso: i suoi personaggi vengono tutti tormentati da donne: “Michele l’intenditore” dalla Signoris, Jean Claude dalla “Madreh”.

«E dire che “Madreh” non nasce dalla mia esperienza, ho avuto una madre che tutto ha fatto meno che tormentarmi, anzi mi ha spinto a fare l’attore quando studiavo per diventare architetto. All’epoca mi disse tu non sarai mai felice, devi fare scuola di teatro. Forse, visto che mi mancava una figura che mi tormentasse, me la sono inventata».

La sua voce l’ha spinta...al comico.

«Ho una voce modulabile, nel senso che raggiungo acuti e bassi pazzeschi, ma mediamente questo non va bene per una carriera di attore classico. Io mi ero anche illuso, arrivavo da un buon esordio con Pupi Avati, poi lavoravo a teatro con Albertazzi, ma a un certo ho capito che non andava. Entravi con la tua bella faccia, il fisico giusto, l’espressione giusta, ma la mia voce strana, in quel tipo di teatro, proprio non ci stava. Ma così è nata l’intuizione di passare al comico».

Dai Broncoviz ad Avanzi e la Gialappa’s, e poi la regia del film di Aldo Giovanni e Giacomo, gli spot con loro, e la grande invenzione di Jean Claude e di “Sensualità a corte”.

«Sono entusiasta di quello che ho fatto in tutti questi anni: certo, nella pianificazione di una carriera, non sono stato proprio il massimo. Ho sempre voluto fare tantissime cose: attore, regista, sceneggiatore, scenografo, persino gli effetti speciali, sin da ragazzino ne ero morbosamente attratto. Ma lo dico ai giovani, se tu vuoi diventare famoso come attore devi fare solo l’attore, e non tutto il resto. Però io me ne frego, e mi sono fatto il mio pubblico di nicchia, anche fedelissimo di cui sono strafelice».

Ma come le è venuto in mente Jean Claude?

«Un bieco motivo: volevo fare una cosa diversa dagli altri comici, cercavo una mia riconoscibilità. In quel periodo in tv c’era Elisa di Rivombrosa, la mia nipotina mi obbligò a vederla e pensai: forse posso spostare i pesi e creare una madre cattiva con questo figlio pulzello e inetto».

Aveva visto giusto, è dal 2005 che funziona.

«Jean Claude è nato in contemporanea con YouTube. Durante il programma, in contemopaanea, veniva caricata la puntata e partiva il conteggio di visualizzazioni, e allora era cosa nuova. Jean Claude deve molto ai social».

Difficile liberarsene.

«Già, e dire che avevo come regola monastica quella di abbandonare ogni personaggio dopo la prima stagione: era accaduto con Michele l’intenditore, ma con Jean Claude, beh, non posso ucciderlo».

Tanto più adesso con le serie in costume, da Bridgerton a Dowtown Abbey.

«Il nostro lavoro è divertente: tiriamo giù lista di fighi titanici da mettere con Madreh, possibilmente nudi: la prossima settimana che riparte il programma della Gialappa’s ci sarà un cameo inaspettato. Bellissimo».

Ultimo aggiornamento: 20:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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