Da ragazzina cantava alle sagre, ma il suo sogno era fare la parrucchiera. Laura Chiatti si racconta a pochi giorni dall'uscita del film La Caccia, firmato dal marito Marco Bocci, in cui interpreta Silvia, una tossicodipendente. «È un ruolo a cui sono legata perché in genere mi chiamano per commedie romantiche, dove sono o fatalona o leggerina, e non si guarda mai l’oltre.
Laura Chiatti, attrice libera
E invece com'è Laura nella realtà? «Vivo tra lacune, rimpianti, insicurezze. Conosco i miei limiti. L’inglese, per dirne uno, lo capisco ma non lo parlo bene, sono pigra, ho dovuto rinunciare a film importanti, anche se quando Sofia Coppola mi prese per Somewhere, con cui vinse a Venezia, imparai la parte tre mesi prima». Altri ruoli sono saltati per il suo modo di essere. «Non vado dietro al gregge. E non è un vantaggio. Ho perso incontri, possibilità, film. Sono nata libera e indipendente».
«Non dirò il nome - racconta - ma un regista molto importante, per un film molto importante, mi fece un provino e mi prese. Al secondo provino mi presentai come sono io, con la tuta e le pinze per fermare i capelli. Mi disse che ci aveva ripensato, avevo un’aria troppo leggera e spensierata per quel ruolo drammatico. Lì mi arrabbiai e gliene dissi di tutti i colori». Tra la famiglia e il cinema, «sceglie la famiglia», tanto che ha «appena rinunciato a una serie in Trentino che mi avrebbe portato via sei mesi da casa».