Standard di sicurezza per ridurre gli infortuni

Mercoledì 10 Ottobre 2012
Standard di sicurezza per ridurre gli infortuni

Una casa perfettamente sicura non esiste ma è possibile cercare di realizzarla in funzione dei soggetti che la utilizzano. Nell’ambiente domestico il fattore di rischio riguarda non solo le casalinghe e gli adulti impegnati in lavori di manutenzione o bricolage ma anche bambini, adolescenti, anziani e disabili. Modifiche strutturali, nuove tecnologie, interventi legislativi e formazione hanno un ruolo importante nel prevenire o ridurre gli infortuni domestici. Molte persone, infatti, subiscono infortuni perché sebbene siano consapevoli del rischio non sono a conoscenza delle soluzioni tecniche per ridurlo. In Italia la sorveglianza del fenomeno è stata affidata, con la Legge 493/99, al Siniaca, il Sistema Informativo Nazionale sugli Incidenti Domestici dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità). A livello nazionale esistono sia le indagini multiscopo dell’ISTAT che le indagini multicentriche dell’ISPELS, finalizzate all'individuazione dei fattori che causano gli infortuni domestici al fine di elaborare politiche di prevenzione. Secondo i dati dell’indagine dell’Istat del 2006 in Italia vi sono stati 2.848.000 milioni di persone vittime di incidenti domestici nel 2001, mentre per il Siniaca nel 2004 almeno 1.300.000 persone hanno richiesto assistenza in pronto soccorso ospedaliero a causa di incidente domestico (2% della popolazione residente) e di questi almeno 130.000 sono stati ricoverati per un costo totale di ricovero ospedaliero di 400 milioni di euro all’anno. In Europa, secondo i dati raccolti dal Sistema di sorveglianza EHLASS (periodo 1999-2000), le vittime di incidenti domestici sono quasi 20 milioni di persone (il7% della popolazione residente), con oltre 5 milioni di ricoverati (0,4% della popolazione residente). E sul fronte prevenzione, si è da poco concluso il Progetto del Ministero della Sanità “Sviluppo operativo del Piano nazionale di prevenzione sugli Incidenti domestici: aggiornamento del personale e assistenza all’avvio dei Piani regionali”, realizzato in collaborazione con il Ccm, Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle malattie. Ciascuna delle Regioni coinvolte ha focalizzato lo studio su aspetti diversi: il Lazio, il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia hanno rivolto l’attenzione agli anziani, il Veneto ai bambini, la Toscana agli infortuni mortali mentre la Puglia, l’Umbria e la Sicilia hanno indagato le caratteristiche degli infortuni su tutta la popolazione. 

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Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 12:16

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