Marco Gasparin
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Oltre la fine della storia: Corto Maltese e Irene di Boston

Martedì 30 Aprile 2024 di Marco Gasparin
La copertina del libro e un disegno di Hugo Pratt

Certe storie iniziano da una fine. È il caso del bel libro di Marco Steiner, “Corto Maltese e Irene di Boston. Storia di un appuntamento quasi impossibile” (Cong editore, 17,50 euro). La fine che lascia lo spazio a un inizio, in questo caso, è la morte di Hugo Pratt. Come può esistere Corto Maltese dopo la scomparsa del suo creatore? Che il marinaio abbia continuato a vivere la sua vita e le sue avventure è una realtà che abbiamo avuto sotto gli occhi dopo il decesso del grande fumettista veneziano nell'agosto del 1995: le storie a fumetti sono proseguite con altre voci e altri segni, quelli di Juan Díaz Canales e Rubén Pellejero, di Martin Quenehen e Bastien Vivès.

E attraverso quelle storie Pratt continua a vivere. A Steiner (vero nome Gianluigi Gasparini – lo pseudonimo, altra storia notevole, lo scelse proprio Pratt – romano ma con famiglia di origini friulane, amico del maestro di Malamocco e suo collaboratore dal 1989 alla morte, tanto da aver portato a termine il suo “Corte Sconta detta arcana” che era rimasto alla prima stesura, e aver scritto due romanzi con protagonista il giovane Corto Maltese) interessa cercare cosa ha reso possibile quell'esistenza che va oltre una fine, un'indagine sul rapporto che lega il creatore alla sua creatura, e viceversa.

I RICORDI

«Quando Pratt disegnava Corto – scrive Steiner – cominciava dagli occhi. Si guardavano, si capivano e iniziava la magia». Quella di Steiner è un'indagine ontologica, sull'essenza di Corto. «Questa storia inizia con una deriva, un lento distacco, poi arriva il vuoto, una pagina bianca (…) Questa storia inizia con una domanda: cosa rimane quando tutto sembra finito?» La deriva avviene dopo il viaggio iniziatico di “Mū”, l'ultimo lavoro di Pratt. Dopo una tempesta Corto si ritrova su una spiaggia della Sicilia, vicino al relitto di una barca a vela che porta il nome “Irene di Boston”; anche per lei sembra essere arrivata la fine. Eppure...

"Irene di Boston" ha una particolarità che la rende unica: ha un'anima, il che le rende possibile comunicare con il marinaio. Il loro dialogo è un sogno dentro al sogno, dove i confini si fanno labili. C'è ancora una strada per Corto dopo la morte dell'uomo che l'ha creato? C'è ancora un mare da solcare per la barca dopo il naufragio? Cosa succede quando la storia finisce? Steiner conduce il lettore in un viaggio popolato di riferimenti e personaggi delle storie di Corto Maltese disegnate da Pratt, da Puck a Bocca Dorata, fino all'amico/nemico Rasputin, la parte oscura del marinaio, con cui lui dovrà confrontarsi prima di partire finalmente per nuove avventure.

IL LAVORO

Il libro è un lavoro che ha origini lontane, nel 2013, quando Steiner ebbe modo di vedere sulla spiaggia di Pozzallo, in Sicilia, quel che restava del relitto della vera “Irene di Boston”. Ne ha indagato la storia, intrecciandola a quella di Corto, e facendone dapprima uno spettacolo teatrale andato in scena al festival di Filosofia e Musica di Tournai in Belgio nel 2017 – dal quale è nata anche una sinfonia jazz composta da Francesco Cafiso, che si può ascoltare partendo da un codice Qr presente nel volume – e poi lavorandone il testo fino a ottenerne questo libro poetico, impreziosito da disegni di Pratt.

Ultimo aggiornamento: 12:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA