«Siamo sconcertati, non possiamo credere che la vicenda del nostro bambino, dimenticato a 3 anni da solo nello scuolabus per oltre otto ore, possa finire archiviata senza nessuna responsabilità».
La pm Francesca Zani ha chiesto l’archiviazione del procedimento aperto a carico dell’autista del bus e dell’assistente dei bambini, una 60enne dipendente del Comune di Campli, in provincia di Teramo. Secondo la procura non si ravvisano i reati di lesioni personali, abbandono di minore e omissione di soccorso (il bambino quando è stato trovato nel pomeriggio era provato e disidratato, versava in condizioni difficili per essere rimasto legato al sedile dalla mattina), ipotizzati dall’avvocato Michele Di Giuseppe che tutela i genitori. «Sicuramente faremo opposizione alla richiesta dell’archiviazione. È inaccettabile che un comportamento del genere non riceva tutela, c’è grande delusione da parte dei genitori. Chiederemo una prosecuzione delle indagini dopo aver approfondito il fascicolo». Il legale dice che «le lesioni riportate dal bambino sono psico-fisiche, dal lato psicologico ci sono state delle evidente da parte della psichiatra e della psicologa che hanno rilevato sul piccolo un disturbo conseguenza di quanto accaduto sul bus».
Il bambino ora sta meglio, come dice il legale, ma «continua ad avere il trauma, ogni volta che dalla finestra di casa vede arrivare il pulmino che lo porta a scuola è spaventato e dice sempre le stesse parole: “Pulmino no, pulmino no”. E continua ad avere incubi e risvegli notturni molto frequenti, la notte si sveglia spesso, non riesce a superarli». La procura, in sei mesi di indagini, non ha ravvisato dolo, vale a dire intenzionalità, nel comportamento dei due indagati tanto da ritenere che non vi siamo elementi per sostenere un processo. Di diverso avviso il legale della famiglia che insiste sull’aspetto colposo delle lesioni. «Secondo noi c’è stata una gravissima negligenza, non è stato neanche subito reidratato, ci ha pensato la mamma, quando l’hanno riportato a casa, nel pomeriggio, a darli da bere - dice Di Giuseppe - E se dovesse accadere di nuovo? Ci aspettiamo che questo aspetto possa emergere con chiarezza».