Gioielleria distrutta, cassaforte salva. È il bilancio della rapina ai danni della Gioielleria Costantini avvenuta nella notte di giovedì in via Giovanni Antonelli ai Parioli. Con un bobcat e con volti coperti hanno tentato di mettere a segno il colpo mandando in frantumi la vetrina. Ma qualcosa è andato storto. La ruspa si è inceppata, si è rotta la pompa dell'olio. E la cassaforte con un bottino da sogno è caduta a terra e lì è rimasta. Perché nel frattempo era scattato l'allarme come pure allertata la polizia. E i ladri sono fuggiti. Il bobcat era stato rubato poco distante, a piazza Euclide, dove sono in corso dei lavori.
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«COME UNA BOMBA»
All'arrivo dei poliziotti di Salario e Vescovio i ladri erano fuggiti. Al vaglio le telecamere della zona, le ricerche sono in corso, non è chiaro quanti abbiano partecipato al colpo, forse quattro. La gioielleria è sventrata, ma la spaccata non è riuscita. «Sembra che è scoppiata una bomba ma l'importante è che non siano riusciti a portar via la cassaforte», spiega il titolare, Carlo Costantini, imprenditore romano che di rientro da una festa sponsorizzata proprio dal suo luxury brand, si è precipitato in via Antonelli 26a, dove si è trovato davanti il suo negozio devastato. «I danni ammonteranno a 150mila, massimo 200mila euro, hanno distrutto tutto, oggetti interni di arredamento importanti, scatole da collezione, del valore di 7mila euro l'una. Ma nella cassaforte c'erano 2 milioni di merce».«Ero appena tornato da una festa - racconta Costantini che ha postato su Instagram le immagini della devastazione, commentando "un miracolo" il ritrovamento della cassaforte - quando ho ricevuto la chiamata dell'allarme collegato al telefono, erano le 3.54, anche alcuni amici mi hanno svegliato, sono corso lì, c'era la polizia e tanto olio a terra. Con il bobcat hanno sfondato i due blindati, poi deve essersi rotta la pompa dell'olio, la ruspa non si muoveva più. Non hanno avuto il tempo una volta scattato l'allarme di fare più nulla, hanno lasciato a terra i ganci per tirarla fuori».
L'attività di Costantini è aperta da sette anni ma «è un mestiere di famiglia, l'hanno svolta in altri luoghi mio nonno e mio padre». All'alba, lo stesso titolare aiutato dalla sorella si faceva largo tra le macerie del locale devastato. «Sembra Kabul - commentava sui social - hanno fatto un bel lavoro ma fortunatamente la cassaforte non sono riusciti a prenderla. Il grosso non è stato toccato. Tanti mi sono stati vicino, ho ricevuto tanta solidarietà, mi sento fortunato per come è andata».