MESTRE - Il proverbiale cerchio ha già iniziato a stringersi: una pista porta sul Garda.
GLI ALTRI ASSALTI
Rimane comunque puntato il faro anche sugli altri episodi che hanno riguardato gli altri punti vendita della stessa catena: l’ultimo, in ordine di tempo, è quello del 7 luglio scorso all’Ipercoop di via Umbria a Milano, a cui si aggiungono quella del centro commerciale “Le Porte Franche” di Erbusco (Brescia) dell’8 novembre 2022 e del “Rho Center” di “Rho” del 15 gennaio dello stesso anno. Tornando indietro nel tempo, nel 2017 toccò al centro commerciale Fiordaliso di Rozzano (Milano), al “Vulcano” di Sesto San Giovanni e nel 2019 al “le Torbiere” di Corte Franca (Brescia). Il copione, al netto di qualche lieve variante, è sempre lo stesso. Da verificare, quindi, se possano aver avuto un ruolo anche in questi altri colpi.
IL GIALLO DELL’AUTO
A distanza di una settimana dalla rapina manca ancora all’appello la seconda auto utilizzata per la fuga, una Golf bianca. I carabinieri hanno trovato subito una delle due vetture, una Panda rossa, nel parcheggio del Mondo Convenienza di Marcon, a poco meno di un chilometro di distanza dal centro commerciale. Dell’altra, però, che risulta comunque essere stata rubata, non c’è traccia. Nelle prime battute delle ricerche, peraltro, ci sarebbe stato un’incongruenza sulla targa che non risultava al terminale. È possibile, quindi, che o sia stata comunicata una targa errata o che i banditi abbiano deciso di cambiarla prima del colpo per utilizzare quella per la fuga. Il primo gruppo avrebbe abbandonato la Panda e proceduto al cambio macchina, mentre un secondo avrebbe potuto allontanarsi direttamente sulla Golf con targa contraffatta. La cosa però che non torna agli inquirenti è che pare non ci sia traccia del passaggio di quell’auto nei punti sorvegliati: niente targasystem, niente per le telecamere della tangenziale. Dove può essere scomparsa quell’auto?
GLI INDIZI
A disposizione degli inquirenti, finora, ci sono la Panda rossa, già perquisita, e una cuffietta che potrebbe appartenere a uno dei componenti del commando e su cui verrà fatto il test del Dna. Poi ci sono i filmati. Quelli rubati dei cellulari dei testimoni, ma soprattutto quelli delle telecamere. Quelle del sistema di videosorveglianza della gioielleria, ovviamente, e quelle del centro commerciale all’esterno del punto vendita. Infine, il giallo dell’allarme antirapina: i carabinieri stanno facendo degli accertamenti perché pare che non abbia suonato, forse perché disattivato in qualche modo in precedenza dagli stessi criminali o forse perché le commesse, colte di sorpresa, non avrebbero avuto il tempo di azionarlo.