Rottamati 40 banchi a rotelle, l'ex preside e la direttrice dovranno pagare 30.000 euro

Mercoledì 1 Maggio 2024 di Angela Pederiva
Banchi rottamati a Venezia

VENEZIA -  L'ex dirigente scolastica e la direttrice amministrativa del liceo Benedetti-Tommaseo di Venezia dovranno pagare 30.000 euro per l'illegittima rottamazione di 40 banchi a rotelle dell'epoca Covid.

L'ha stabilito la Sezione giurisdizionale per il Veneto della Corte dei conti, quantificando il danno erariale per «totale dispregio delle regole di gestione dei beni». Dalla sentenza di primo grado, che potrà essere impugnata in appello, emerge non solo che è stato accordato uno sconto rispetto alla richiesta della Procura regionale, ma anche che l'importo maggiore sarà dovuto per l'indebito smaltimento di 89.370 mascherine chirurgiche.

LA CHIATTA
La contestazione di ingiustificata eliminazione aveva riguardato pure numerosi flaconi di gel igienizzante. Ma indubbiamente a colpire di più, sul piano mediatico, era stata l'immagine delle "sedute didattiche di tipo innovativo" (per citare la definizione usata dal ministero dell'Istruzione, al tempo guidato dalla pentastellata Lucia Azzolina), accatastate sulla chiatta diretta in discarica il 28 ottobre 2021. Il procedimento contabile era stato avviato dopo un esposto. L'allora preside, poi trasferita nel Trevigiano, si è difesa sostenendo che «nessun danno poteva derivare» dalla rottamazione dei banchi, viste «la loro inidoneità a garantire il distanziamento tra gli studenti e comunque la loro disfunzionalità» lamentata dagli stessi ragazzi, né dallo smaltimento delle mascherine, data «la loro acclarata non conformità sul piano tecnico», né dalla donazione del gel ad un'associazione di volontariato, «stante l'imminente scadenza del prodotto e la sua infiammabilità (ed il conseguente rischio di incendio)». L'avvocato Enrico Rosellini ha fatto presente inoltre che «non era stata reperita la disponibilità al prelievo dei beni da parte della Regione e della Città metropolitana di Venezia», per cui era stato necessario incaricare una ditta privata. La direttrice dei servizi generali ed amministrativi, assistita dall'avvocato Guido Barzazi, a sua volta ha richiamato il contesto di emergenza pandemica, «con conseguenti difficoltà organizzative legate alla necessità di adeguarsi alle disposizioni in materia di limitazione del contagio». Ordinate dai precedenti vertici dell'istituto superiore, le sedute non erano mai state impiegate nell'anno scolastico 2020/2021, mentre circa metà era stata utilizzata per tre settimane nel 2021/22, in attesa della loro sostituzione con banchi di tipo tradizionale, nel frattempo acquistati dal liceo.

IL VALORE
Per la Corte dei conti, «non vi è dubbio che le sedute scolastiche a rotelle, per natura e valore, avrebbero dovuto essere oggetto di iscrizione nell'inventario dei beni mobili della scuola, costituendo cespiti patrimoniali». Di conseguenza, «l'omissione di un atto giuridicamente obbligatorio» costituisce «un illecito che dà luogo a responsabilità amministrativa e contabile». Gli arredi scolastici devono «essere venduti all'asta al miglior offerente, e solo in caso di esito negativo possono essere ceduti a trattativa diretta o, in ultima e residuale ipotesi, conferiti in discarica, mentre la cessione a titolo gratuito è possibile solo in favore di altri enti pubblici». Le due dipendenti pubbliche sono state condannate a versare 15.000 euro a testa, per un totale di 30.000, dunque 8.000 in meno di quanto inizialmente calcolato, «in ragione della perdita di valore dei banchi, alcuni rimasti lungamente inutilizzati fin dal momento del loro acquisto ed altri parzialmente utilizzati». Dunque la stima è scesa rispetto ai 13.420 euro della prima valutazione, peraltro inferiore ai 20.861,98 euro del danno relativo alle mascherine.
 

Ultimo aggiornamento: 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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