Febbre West Nile a Treviso, primo caso: infettata una 50enne

Venerdì 4 Agosto 2023 di Lina Paronetto
La febbre West Nile viene trasmessa dalle zanzare

TREVISO - Primo caso di infezione da “West Nile”, la cosiddetta febbre del Nilo, nella Marca, dall’inizio dell’estate. A essere punta da una zanzara portatrice del virus, di cui sono vettore le zanzare comuni, è stata una 50enne trevigiana, residente nel quartiere di Sant’Antonino. La donna non presenta tuttavia sintomi preoccupanti, tanto che non si trova ricoverata in ospedale, ma sta trascorrendo la convalescenza nella sua abitazione. Il caso è stato segnalato dall’azienda sanitaria al Comune, a cui spetterebbe la disinfestazione della zona nei pressi della residenza della paziente, fatto salvo che resta difficile stabilire dove e quando la donna sia stata punta. Gli uffici municipali hanno già appurato che nel quartiere sono stati eseguiti proprio l’altro ieri degli interventi di disinfestazione in aree verdi, tombini e caditoie, che non rendono quindi necessaria in questa fase un’ulteriore uscita.

LE CONSEGUENZE

In genere, questa infezione rimane asintomatica: le statistiche dicono che solo il venti per cento dei casi manifestano febbre, mal di testa, nausea e vomito. Ma è anche vero che il virus non va in nessun modo sottovalutato: proprio nei giorni scorsi è stato registrato in Lombardia il primo decesso in Italia legato a questa infezione. Massima prudenza, quindi, anche nelle attività di contrasto alla diffusione di zanzare, che nei comuni si stanno moltiplicando. Le continue piogge delle ultime settimane non hanno aiutato, anzi. E quindi il problema rimane di stretta attualità.

IL PRECEDENTE

Il caso della 50enne di Sant’Antonino colpita dal virus “West Nile” segue di pochi giorni quello di febbre “Dengue” registrato a Motta di Livenza, malattia infettiva, questa, trasmessa dalla zanzara tigre. Anche in quel caso, una prima volta per la Marca, quest’anno: a contrarre la febbre, una donna straniera di 45 anni, domiciliata proprio a Motta, di rientro da Cuba: per lei febbre, cefalea e dolori articolari. Iniziati una settimana prima della conferma arrivata dagli esami di laboratorio. Anche in questo caso non si è reso necessario il ricovero: alla paziente è stata prescritta una cura al suo domicilio, mentre nei pressi della sua abitazione, ed esattamente nel raggio di 200 metri, si è proceduto alla disinfestazione. «Speriamo che nel giro di qualche settimana, con terapia di antinfiammatori, cortisonici e antipiretici, possa rientrare dalla sintomatologia», aveva commentato il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, che aveva ringraziato per il tempestivo intervento i professionisti del Servizio Igiene. 

Ultimo aggiornamento: 07:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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