Polemica sul Park Vittoria a Treviso. L'alternativa di Italia Nostra e il centrosinistra: «Vi presentiamo il multipiano in stazione»

Venerdì 1 Marzo 2024 di Eleonora Pavan
Polemica sul Park Vittoria a Treviso. L'alternativa di Italia Nostra e il centrosinistra: «Vi presentiamo il multipiano in stazione»

TREVISO - L'auditorium di Santa Caterina pieno ieri sera, così come è stata molto partecipata l'assemblea di Italia Nostra di mercoledì a San Francesco. Il popolo del centrosinistra trevigiano ha risposto in massa alla due giorni dedicata al Park Vittoria, pensata per dare voce a chi è contrario, per nulla convinto della necessità di realizzare un parcheggio interrato in centro. E ieri sera le ragioni del "no" sono state scandagliate e spiegate a fondo. E c'è stata anche la proposta: una bozza di progetto per trasformare in parcheggio multipiano l'ex palazzo delle Poste nell'area stazione. Tomaso Longo di Coalizione Civica lo ha illustrato, con tanto di rendering, spiegando che si possono ricavare 400 posti senza scavare e spendendo la metà rispetto ai 33 milioni di euro messi sul piatto da Parcheggi Italia per il contestatissimo park in piazza. In una lunga serata le voci dal palco dei relatori si sono alternate. Adriana Vigneri, ex sottosegretario del Pd e memoria storica del centrosinistra trevigiano, ha ripercorso la storia del park dal 2001 ai giorni nostri, ricordando il contratto vincolante firmato dal Gian Paolo Gobbo nel 2008 ha ammesso: «Quando Manildo è riuscito a cambiare il contratto abbandonando l'idea del park ha fatto un miracolo». Risultato poi cancellato dalle amministrazioni Conte. E guardando la concessione di 60 anni data Parcheggi Italia, ha ammonito: «La città si lega mani e piedi al privato». Il sindaco Conte è stato il convitato di pietra: Giorgio De Nardi lo ha accusato di mancanza di trasparenza; Giovanni Tonella (Pd) di mentire; Luigi Calesso (Coalizione civica) di riempire la città di cemento.

Il "no" al park Vittoria è insomma risuonato forte e chiaro.


LA STORIA
Così come chiara è stata la bocciatura arrivata da Italia Nostra mercoledì nell'appuntamento dedicato alla storia archeologica di piazza Vittoria e ai pericoli intrinsechi in un progetto che prevede di scavare oltre dieci metri in profondità. Paola Crucianelli, presidente dell'associazione, ha ribadito: «Il parcheggio interrato non risolverà il nodo della mobilità. Il problema sono le carenze nella gestione dei parcheggi. Non è tanto come o dove fare un nuovo park, ma imparare a gestire meglio quelli che già ci sono». E ancora: «Di alternative per posteggiare la macchina ce ne sono diverse. Il park Dal Negro, oppure quello a raso della stazione, che sono sempre poco frequentati. Per quanto sia necessario un nuovo parcheggio, prima vanno fatte delle valutazioni su come vengono gestiti i parcheggi attuali. Se ci sono carenze nella gestione dei parcheggi già esistenti, allora queste carenze ci saranno anche con il Park Vittoria, che, vuoi per il costo elevato o vuoi perché è interrato, alla fine potrebbe non venire neanche utilizzato. Sarebbe importante imparare a capire come gestire i parcheggi che ci sono già. Ad esempio creando collegamenti tra questi e il centro storico tramite appositi bus o navette». Non si può non tenere conto, poi, spiega Italia Nostra, del grande patrimonio artistico della piazza: l'adiacente chiesa di Santo Stefano, gli edifici del Novecento, il monumento "Gloria" ai caduti. «Gli studi fatti dalla Soprintendenza mostrano probabili reperti archeologici risalenti dall'età del ferro all'epoca rinascimentale. Il potenziale archeologico di piazza Vittoria è medio-alto. Così anche il rischio a cui i lavori esporrebbero il patrimonio archeologico è alto - spiega l'archeologo Marco Vianello, intervenuto all'incontro insieme ai colleghi Giovanni Roman e Maria Elisabetta Gerhardinger - già in scavi degli anni passati sono stati trovati resti di strutture abitative antiche a soli 2 metri di profondità, ciò significa che basta scavare 50 centimetri per danneggiare stratigrafie anche molto antiche».

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