Uccisa da un tumore fulminante in appena due mesi: Barbara muore a 40 anni

Lunedì 25 Marzo 2024 di V. Lip.
Barbara Costacurta

TREVISO – È morta in soli due mesi. Un tumore fulminante ha spento il sorriso di Barbara Costacurta. Aveva 40 anni, originaria di Marcon (Venezia), viveva in centro a Treviso con il compagno Alberto Barbazza. È lui che racconta la lotta contro il male, scoperto per caso a metà gennaio.

LA SCOPERTA

«Barbara andava in palestra molto presto, prima di recarsi al lavoro. Anche il 18 gennaio scorso - non dimenticherò mai quella data - era andata a fare ginnastica, seguita dalla sua personal trainer. Mi aveva telefonato poco dopo essere tornata a casa, dicendomi che aveva vomitato in bagno e non si sentiva bene. Ero preoccupato, le ho chiesto se aveva bisogno di me e se voleva che tornassi. Ma lei mi aveva rassicurato» ricorda. Alberto Barbazza è titolare di impresa edile. «Avrei mollato tutto, ma l’ho sentita serena. Il peggio doveva ancora venire» racconta. Dopo quella prima avvisaglia, Alberto pressa Barbara perché vada dal medico e si faccia un controllo. «È stato un tumore velocissimo e crudele, partito da un organo e in brevissimo tempo ne ha aggrediti altri. L’ho vista spegnersi. Sono sempre stato accanto a lei, è un dolore che non conosce sosta». Barbara era dipendente della Azimut fondi di investimento. Molto apprezzata aveva cominciato a lavorare giovanissima in un’agenzia immobiliare. È lì che ha conosciuto il compagno, ormai vent’anni fa. «Veniva a prendere i disegni delle palazzine che finivamo di sistemare. È nato un amore solido, che è durato fino a giovedì scorso, quando è mancata nel reparto di oncologia dell’ospedale. Ero in camera con lei. Ho raccolto il suo ultimo respiro. E penso a quante cose avremmo dovuto fare ancora insieme. Le piaceva viaggiare e dovevamo andare in Australia. Non abbiamo fatto in tempo» si rammarica Alberto. Il funerale verrà celebrato mercoledì, 27 marzo, alle 15 nella chiesa dei Santi Patroni a Marcon. Lei era figlia unica, lascia nel dolore papà Albino e mamma Paola. «Ho visto la mamma di Barbara che mi ha regalato una frase bellissima, mi ha detto che sua figlia mi ha tanto amato e si è tanto divertita con me. È un balsamo in un momento tanto difficile».

IN OSPEDALE

Poi, Alberto ricorda le peregrinazioni in ospedale a Mestre, a Castelfranco e a Treviso: «Abbiamo provato tutto, ma il suo fisico era ormai debilitato». E conclude: «È stata unica, solare, splendida, generosa. Era umile, e profondamente onesta. In tanti anni non mi hai telefonato usando l’apparecchio del lavoro. Ora mi restano i ricordi».

Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 10:24
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