Alla scoperta di cento fattorie: la spesa sostenibile di Sara Armellin

Il libro di Armellin su come e dove fare una spesa sostenibile e consapevole

Mercoledì 8 Maggio 2024 di Federica Baretti
Cento fattorie, un’unica grande passione: la bellezza della vita in tutte le sue sfaccettature. Che si manifesta anche nella generosità della natura, nell’ingegnosità dell’uomo, nella cultura della terra e delle mani che la lavorano. Sara...

TREVISO - Cento fattorie, un’unica grande passione: la bellezza della vita in tutte le sue sfaccettature. Che si manifesta anche nella generosità della natura, nell’ingegnosità dell’uomo, nella cultura della terra e delle mani che la lavorano. Sara Armellin, 43 anni, tre figli e una professione nel settore della comunicazione, ha pubblicato con De Bastiani Editore il suo primo libro, “La spesa in fattoria”, un viaggio intenso e documentato alla scoperta di cento aziende agricole della Marca. Una guida utile per chi è alla ricerca delle eccellenze del territorio da acquistare là dove le si produce, ma anche per chi ha voglia di trasformare la spesa quotidiana o settimanale in un’esperienza esplorativa per tutti i sensi. Il volume sarà presentato sabato alle 11 alla libreria Ubik di Corso del Popolo: Armellin presenterà alcune delle storie agricole narrate insieme a Desideria Scilla, delegata Onaf Treviso, Belluno e Friuli Venezia Giulia.

Da dover nasce la passione per le fattorie?

«Da un bisogno primario: reperire cibo genuino per la mia famiglia.

Ho sempre cercato di dedicare tempo e attenzione a quello che metto sul piatto sia per la ricerca di gusti autentici sia per questioni morali. Comprando dai piccoli produttori, mi è venuto naturale entrare in confidenza con molti e scoprire storie potenti che meritavano di essere raccontate».

Cos’ha scoperto girando la campagna e le colline della Marca?

«Ho avuto la conferma che abitiamo un territorio stupendo e fragile, che va preservato nella sua biodiversità, culturale e colturale. Gli agricoltori sono i veri custodi di tutto ciò: curano la terra con lo stesso amore che un padre ha verso i figli».

Quanto tempo ci ha messo?

«Quasi due anni: la Marca è molto variegata, dalle malghe delle Pianezze fino al basso corso del Sile. E la mia ricerca non è ancora finita».

Cosa l’ha colpita di più degli incontri che ha fatto?

«Ho conosciuto persone felici e realizzate: mi ha stupito come molti agricoltori affrontano le mille avversità d’impresa, con l’aggiunta delle varietà legate alla specificità del mondo agricolo, con la serenità di stare facendo quello che ama. Una conferma che la felicità risiede nello scoprire e nel dar forma alla propria vocazione: la terra è bassa, l’agricoltura è faticosa. Solo con una forte passione si va oltre alle difficoltà».

Chi sono i nuovi agricoltori della Marca?

«Moltissimi giovani, che si affiancano o prendono il posto dei nonni: la generazione precedente ha speso rinnegato i campi per il posto sicuro in azienda. Ma ora c’è un ritorno consapevole alla terra, spesso dopo anni di studio e di esperienze all’estero. Come Giovanni, fisico del Cern che ha lasciato Ginevra per coltivare viti e olivi, o Katy, che ha un dottorato, 2 figli e una settantina di pecore».

Cosa è l’alimentazione sana e sostenibile per lei?

«Quella che rispetta le stagioni, soddisfa le papille e fa stare bene con la propria coscienza».

Ultimo aggiornamento: 20:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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