ROVIGO - Un'ingiunzione mette a rischio il futuro dell'Iras. Se, infatti, il "caso piscine" è stato al centro del dibattito cittadino nelle ultime settimane, ieri è riemerso prepotentemente un altro "caso" che ha tenuto banco negli ultimi due anni, quello relativo, appunto, al futuro di Iras e Casa Serena. Che il caso non sia chiuso lo conferma non solo lo stato di abbandono di Casa Serena e la sonora bocciatura dei giudici amministrativi di tutti i ricorsi presentati al Tar dal Comune di Rovigo, ma proprio il nodo centrale: la situazione debitoria della più grande casa di riposo del Polesine. Uno degli istituti creditori, precisamente Intesa San Paolo, ha presentato un'intimazione di pagamento da più di 2 milioni.
«FALLIMENTO TOTALE»
Non a caso, ad incalzare è proprio la Lega, col capogruppo in consiglio comunale Michele Aretusini: «Un altro dei successi dell'amministrazione Gaffeo, dopo il disastro della piscina e quello di Casa Serena, prende ora forma: Iras ha ricevuto una intimazione di pagamento da oltre 2 milioni di euro da Intesa San Paolo, con conseguente iscrizione nel Sistema informazioni creditizie e nella centrale dei rischi, il che significa, di fatto, l'impossibilità di ottenere altri crediti. Vale la pena riepilogare i punti salienti della vicenda Iras: il sindaco, a fronte di un accordo condiviso da tutte le parti, Iras, Ater, Ulss Polesana, Regione del Veneto, che avrebbe consentito di bilanciare il passivo di Iras, nel contempo tenendo aperta e riqualificando Casa Serena con uffici, appartamenti per i bisognosi e altre unità per l'Università, ha mandato tutto all'aria, intentando una causa al Tar; causa che ha perso di recente, così che alla fine dovrà pagare. Nel frattempo, però, Casa Serena è rimasta vuota, con tutte le conseguenze in termini di degrado degli ambienti. Il mancato tempestivo pagamento del dovuto ora mette a rischio Iras stessa. Un disastro! Siamo di fronte a un'amministrazione che ha fallito tutte le grandi sfide per la città».