Padova. Ragazzini violenti, in 16 mesi 137 denunce: commettono furti, rapine e fanno da galoppini agli spacciatori

Ciò che notano gli agenti della Mobile e delle Volanti è che i giovani arrestati e denunciati, agiscono quasi sempre da soli, slegati da un gruppo organizzato

Domenica 24 Marzo 2024 di Nicola Munaro
Controlli

PADOVA - Messi a confronto i dati del 2023 con quelli del 2024, la novità è che nei primi mesi di quest'anno ci sono anche minorenni denunciati per truffa. Si tratta dei tre under15 che la squadra Mobile ha fermato mentre stavano tentando di raggirare un anziano fingendo di essere emissari di un avvocato che suonava a casa loro per riscuotere i soldi pattuiti in una precedente telefonata e utili a evitare, al figlio della vittima, un fantomatico arresto per un incidente (mai) causato. Una novità che si inserisce in un mondo, quello della criminalità giovanile, che a Padova rappresenta comunque una sacca di illegalità. In tutto il 2023 sono stati 108 i minorenni denunciati, 13 dei quali arrestati. Numeri che potrebbero essere replicati anche in un bilancio consuntivo dell'anno in corso, nel quale le denunce della Questura sono già arrivate a toccare quota 29. In totale, da gennaio 2023 a metà marzo 2024 sono stati denunciati 137 ragazzi, alcuni dei quali arrestati. I reati commessi? Quelli tipici della microcriminalità da strada: furti, rapine, ricettazione. Soprattutto stupefacenti e poi, ultima arrivata, la truffa.

Responsabili di buona parte dei reati registrati dalla Questura, sono i giovanissimi extracomunitari.

Niente bande

Ciò che notano gli agenti della Mobile e delle Volanti di piazzetta Palatucci è che i giovani arrestati e denunciati, agiscono quasi sempre da soli, slegati da un gruppo organizzato. C’è chi ruba in un supermercato e spinge la guardia che lo sta fermando e chi prova a far suo un portafoglio in strada. Poi le risse. Restano così, a rendere d'attualità il fenomeno, i fatti raccontati dalla cronaca e dalla quotidianità. Quelli in cui i minorenni vengono impiegati come ultima pedina nelle catene di spaccio e nel commettere reati.

La prova del fuoco

È lo stesso meccanismo che spinge i borseggiatori di Venezia (i pickpocket resi famosi nella scorsa estate dai video di contrasto su Facebook girati da un gruppo di cittadini impegnati nell’ordine pubblico) a schierare tra le calli e gli imbarcaderi sia donne incinte - anch’esse al riparo dall’arresto - sia i giovanissimi che non hanno ancora compiuto 18 anni. Nella città del Santo si sta quindi assistendo al confezionamento su misura di un abito già indossato - e con successo criminale - in altri contesti. In più nella mente della criminalità organizzata, la missione in treno dal Sud a Padova rappresenta una prima prova di fuoco per il ragazzino, che chiede di entrare a far parte del giro vedendo la promessa di soldi facili. Così come il far partecipare dei minorenni ad un affare di spaccio, è un viatico nel mondo dello smercio delle sostanze.

Le indagini

Eccola, allora, l’ultima frontiera: minorenni diventati galoppini per conto di altri spacciatori di professione che li sfruttavano con l'obiettivo di rimanere invisibili affidando loro la parte finale della catena dello smercio della droga: l'appuntamento con il cliente, lo scambio dosi-denaro e il riporto al pusher della cifra pattuita con il cliente. È il destino di due tunisini minorenni, uno di 16 e l’altro di 17 anni, entrambi arrivati in Italia sui barconi e senza nessuno che li accompagnasse nella traversata del Mediterraneo. Dalle coste della Sicilia erano poi giunti a Padova, già inseriti nei gangli dello spaccio di stupefacente. Sono stati fermati dagli agenti della Mobile che in uno dei due casi è anche riuscita ad arrestare il dominus dell’operazione di spaccio, che a 36 anni è stato condannato a 10 mesi di reclusione e poi espulso. A spingere le organizzazioni criminali a investire sui ragazzini minorenni è l’opera di contrasto da parte delle forze dell’ordine che hanno, in sostanza, tolto dalla piazza i nomi e i volti storici della criminalità di piccolo e medio cabotaggio: persone irregolari poi cacciate dall’Italia con la conseguenza, quindi, di non avere più soldati semplici nelle zone di spaccio. Le indagini stanno ora cercando di smorzare il reclutamento.

Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 18:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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