SAN MARTINO DI LUPARI (PADOVA) - Le indagini sul delitto di Natale si sono concluse e per l’ex vigilessa del comune di Asolo la posizione si è aggravata. Diletta Miatello è stata accusata anche della morte del padre Giorgio, avvenuta due mesi dopo l’omicidio della mamma Maria Angela Sarto. Il pubblico ministero Marco Brusegan, titolare del fascicolo, ha chiesto il rinvio a giudizio e la 51enne il prossimo 5 dicembre dovrà comparire davanti al Gup. Gli inquirenti la scorsa settimana, dopo l’avviso di chiusura delle indagini, si sono recati nel carcere di Montorio Veronese a interrogare l’imputata, così come chiesto dalla sua avvocata Elisabetta Costa. «Non sono stata io a uccidere mamma e papà» ha dichiarato Diletta al magistrato. L’ex vigilessa sembra non ricordare le tragiche ore di quella notte tra il 26 e il 27 dicembre dell’anno scorso.
I FATTI
Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri del Ris di Parma e da quelli di Cittadella quando Diletta è entrata nella villetta dei genitori, tra la sera di Santo Stefano e le prime ore del mattino del 27 dicembre, si sarebbe avventata per prima sul padre. Giorgio, a causa di un problema di deambulazione, dormiva al piano terra. Diletta avrebbe afferrato un vaso in ceramica e lo avrebbe colpito al capo. Poi con un coccio, usato come una lama, gli avrebbe inferto ferite su gran parte del corpo. Indossando dei guanti in lattice, dopo avere messo fuori gioco il padre, avrebbe raggiunto la camera da letto al primo piano della madre. Maria Angela Sarto, 84 anni, stava riposando sul letto. La figlia 51enne avrebbe preso un pesante piatto commemorativo in ceramica e lo avrebbe spaccato in testa alla mamma. Poi la avrebbe avvolta con il piumino per cercare di sbarazzarsi del corpo. L’anziana, come è emerso dall’autopsia, è deceduta dopo diverse ore per dissanguamento. Giorgio Miatello invece, dopo un mese di ospedale a Padova ricoverato prima in Rianimazione e poi nella Clinica Medica 5, è stato trasferito nella casa di riposo “Tiepolo” di San Martino di Lupari.
LA DIFESA
La legale Costa ha invece ingaggiato il medico legale Claudio Terranova. L’esperto ha espresso parere contrario rispetto alla Procura, sostenendo come non sia possibile incriminare l’ex vigilessa anche della morte del padre perchè l’anziano sarebbe deceduto per la sindrome da allettamento e non a causa delle ferite.
«Ho chiesto io agli inquirenti - ha spiegato l’avvocata Costa - di sentire Diletta, proprio per rendersi conto della situazione molto delicata in cui versa. La strategia della difesa è volta ad accertare le facoltà mentali della signora». E ancora: «Ha raccontato al magistrato il suo ricordo, le sue sensazioni in merito a quel giorno. Ha negato di aver commesso quello che le viene contestato, perchè questo è il suo ricordo. Dire che nega è semplicistico. Nega per quello che si ricorda».