CARMIGNANO DI BRENTA (PADOVA) - Al processo davanti al Tribunale monocratico per la morte della 25enne Benedetta Ciprian, tra gli "imputati" ci sono anche l'Unione dei comuni del Brenta, il comune di Carmignano (difeso dall'avvocato Ernesto De Toni) e quello di Fontaniva.
Le indagini
In un primo momento il decesso di Benedetta era stato archiviato dalla Procura come un "banale" incidente stradale: una fuoriuscita autonoma dalla carreggiata. Ma poi il pubblico ministero Luisa Rossi, titolare del fascicolo, ha ordinato nuove indagini alla polizia stradale. Sotto la lente degli inquirenti è finito il guardrail in legno dove la giovane ha impattato con la sua Chevrolet Matiz rimanendo infilzata. A giudizio sono finiti Lino Brugnaro 66 anni di San Giorgio delle Pertiche, ed Ennio Bonollo 62 anni di Sandrigo in provincia di Vicenza. Il primo come responsabile dell'unità operativa per i lavori pubblici e le manutenzioni dell'Unione dei comuni del Brenta, il secondo responsabile per lo stesso ente di tenere i rapporti con il fornitore del servizio e di supervisionare i lavori. Secondo l'accusa, come riportato nel capo di imputazione, su via Camazzole mancava un progetto per la installazione e la posa della barriera di sicurezza dove si è registrato l'incidente mortale.
L'incidente
La venticinquenne era alla guida della sua Chevrolet Matiz e stava tornando a casa dopo una cena di lavoro. A qualche amica avrebbe confidato di essere stata piuttosto stanca. Mancavano pochi minuti alle due di notte di quel 21 luglio del 2020, quando è arrivata in via Camazzole. All'altezza di una curva Benedetta ha perso il controllo della macchina schiantandosi contro una staccionata in legno. Un impatto molto violento tanto da farla morire sul colpo, perchè infilzata da un braccio della barriera. Il pezzo di legno ha trapassato il veicolo dalla parte anteriore, penetrando all'interno del vano motore e poi all'interno dell'abitacolo per tutta la sua lunghezza.