Panda distrutta dai tifosi per Lukaku, la lettera della proprietaria: «Incivili, l'ho scoperto dopo 12 ore di lavoro. Era un regalo di mia nonna»

Martina: «Una surreale ed ignobile manifestazione di barbarie, dove l’unico vero sacrificio è stato il mio»

Mercoledì 30 Agosto 2023
Panda distrutta dai tifosi, la lettera della proprietaria: «Incivili, dopo 12 ore di lavoro ho trovato l'auto distrutta»

Le immagini delle auto distrutte all'aeroporto di Ciampino da alcuni tifosi della Roma che proprio su quelle auto si erano arrampicati per vedere più da vicino l'arrivo di Lukaku, le hanno viste praticamente tutti.

Quelle auto hanno, come ovvio che sia, dei proprietari. Una di loro, quella della Panda che forse più di tutte le altre vetture è stata "presa di mira", si chiama Martina Innamorati. Ecco la sua pec inviata al club giallorosso. 

La lettera della proprietaria della Panda distrutta dai tifosi

«Gentili signori, sono una delle “fortunate” vincitrici dell’Oscar dell’inciviltà, rappresentato ieri dai vostri tifosi in occasione dell’arrivo a Roma Ciampino del calciatore Lukaku. Possiamo dire che, a mia insaputa e con mia grandissima riprovazione e soprattutto rabbia, ho partecipato anch’io alla grande festa “pagana”, offrendo la mia macchina come gratuito trofeo per i grandi festeggiamenti del nuovo imperatore! Si, una festa pagana che, di cristiano non ha assolutamente nulla, come nelle migliori tradizioni imperiali romane, raffigurate da riti, giochi, ed anche tragici sacrifici... Una surreale ed ignobile manifestazione di barbarie, dove l’unico vero sacrificio è stato il mio, premiato dopo 12 ore di lavoro dalla devastazione della mia auto. Ma che importa, arrivava a Roma il grande campione, e tutti avrebbero portato in dono qualcosa di prezioso... Non era certamente nei miei piani, ma non per appartenenza a una fede calcistica diversa.

Certamente ci sono le assicurazioni, ognuno si dovrà caricare necessariamente delle proprie responsabilità, ma a chi spetta quella etica e morale? Chi avrebbe dovuto garantire ancorché fuori dai perimetri societari il necessario coordinamento in sicurezza per un evento che, avrebbe sicuramente visto la partecipazione di un gran numero di persone e (come è accaduto) anche di molti facinorosi e violenti soggetti? Sicuramente come altri, mi dovrò infilare in quel ginepraio legale quasi senza fine, fatto di carte bollate privandomi magari per molto tempo anche di quel mezzo che, mi avrebbe dovuto garantire l’arrivo al lavoro ed il ritorno a casa. Vedete, questo mio grande sdegno non è volto alla ricerca di un atto di carità, di elemosina, o di ristoro economico per un odioso danno subito, ma è una precisa denuncia nei confronti di chi come appartenente ad una comunità sportiva non è riuscito (forse) ad infondere in maniera ancora più incisiva e educativa ai propri “sostenitori” quell’insieme di valori umani e di rispetto per gli altri, insieme ad una riflessione profonda sul concetto di cosa è bene o cosa è male. In ultimo, la mia piccola utilitaria era un dono di mia nonna alla quale ero molto legata affettivamente, ma questa è un’altra storia…».

 

Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 12:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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