Risse, pestaggi e nudo per conquistare più like su Instagram

Domenica 27 Gennaio 2019 di Veronica Cursi
Risse, pestaggi e nudo per conquistare più like su Instagram

Il ring è una pineta nella periferia di Roma. Due quindicenni giocano a fare i picchiatori e si massacrano di botte. Attorno, un pubblico di ragazzini estasiati li riprende con il cellulare. Qualcuno grida: «Ammazzalo, glie devi lascià i segni, devi fa' finta che sei davvero de Magliana». I due si rotolano per terra, avvinghiati, il viso pieno di sangue e giù una scarica di pugni: «Dagli i calci in bocca, voglio anda' in obitorio stasera», li incitano come si fa nei combattimenti tra cani. «Che bella scena, non vedo l'ora di postarla». L'eccitazione è alle stelle perché quella rissa, organizzata nei minimi dettagli, è stata ideata proprio per quello: finire su Instagram e guadagnare follower. Come per le foto hot di minorenni con il seno o il sedere in bella mostra, anche quei combattimenti sono pubblicizzati via social per aumentare la popolarità, affinché Instagram diventi la vetrina del proibito dove condividere tutto: sesso, droga, violenza. Purché se ne parli. E dietro questa compravendita di seguaci una rete di pseudo-influencer, ragazzini di 15, 16 anni che tra i giovanissimi sono veri e propri idoli e dall'alto dei loro 20, 30 mila follower dettano le regole. Tre mesi fa a Piacenza furono identificati 63 ragazzini che partecipavano a questi incontri. Risse che si ripetono - con le stesse modalità - anche a Roma.

«Ho sedici anni, pubblico foto sexy così sarò famosa e farò tanti soldi»


 

 


TUTTO PER UN LIKE
Manuela (il nome è di fantasia), romana, è la mamma di due figli adolescenti e in quella rete fatta di dipendenze ci è finita dentro. Un anno fa decide di iscriversi sui social per dare un'occhiata ai suoi ragazzi. E comincia l'incubo. I profili dei suoi figli, una femmina di 11 anni e un maschio di 14, sono inizialmente quelli di tanti giovanissimi: selfie, video su Tik Tok, l'app musicale che fa impazzire i ragazzini. Ma dopo qualche mese qualcosa comincia a cambiare. «Mia figlia entra in contatto con un gruppo di ragazzini che hanno migliaia di follower. E in quel giro ci finisce anche il fratello». Un giorno sul cellulare del figlio ascolta un messaggio vocale di uno di loro: «Quella foto di tua sorella spacca, l'hai vista? C'ha i pantaloni abbassati, sembra che si sta spogliando. Questa foto la farà salire. Cioè, è una 2006, sai quanti follower guadagni?». La ragazzina può diventare una star di Instagram, aumentare i suoi seguaci, sperando poi forse in qualche sponsorizzazione. E così inizia a pubblicare foto sempre più spinte. Come farlo, glielo dicono loro. Manuela non si dà pace: «Pensi che i tuoi figli siano al sicuro, nella loro camera, a casa, e invece sono lì a farsi selfie e stories, a vendersi al mondo postando qualsiasi cosa». Ma sottovalutano i rischi (o forse no). Molte di queste foto, ragazzine di 12, 13 anni in tanga, con le magliette alzate, accovacciate sul letto finiscono infatti anche su profili pornografici per adulti, come Milf italiane 69 che ha 34 mila follower. «Mia figlia diventa così popolare da essere fermata dai ragazzini del quartiere per farsi fare le foto». E la compravendita dei seguaci si spinge oltre.
 


Sui social cominciano a comparire video di risse organizzate via chat. Tutto predefinito: luogo e orario per enfatizzare l'incontro e riprenderlo al meglio con il cellulare. E i suoi figli in quelle scazzottate ci finiscono in mezzo. Un pomeriggio la ragazzina viene presa a pugni da una più grande di 14 anni e trascinata per i capelli tra le risate di giovani armati di cellulare. Il video comincia a girare e a Roma diventa il caso del week end. E la popolarità su Instagram di chi lo ha postato schizza alle stelle.

I PORACCI DE ROMA
Qualche mese dopo tocca al figlio. La foto con la faccia sporca di sangue fa il giro della rete su gruppi come I poracci de Roma. Manuela denuncia tutto alle forze dell'ordine. Ma su Instagram non si ferma niente. Nelle stories (video che si cancellano dopo 24 ore) e nelle dirette di questi ragazzini gira di tutto. Minacce, insulti. Nessun post per non lasciare traccia. «Oggi se menano? Dove? Perché?», si informa qualcuno in chat. «Sì, pare in centro». Si sfidano per un like di troppo o per il solo gusto di farlo. Tutto sponsorizzato sui social come nulla fosse. I follower aumentano, i rischi anche.

Oggi molti di questi ragazzini si ritroveranno in centro a Roma per un grande raduno di tiktokers, gli appassionati dell'app più scaricata tra gli under 18.

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 13:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA