Morto il sindaco di Danzica accoltellato sul palco, choc in Polonia: «Clima d'odio»

Lunedì 14 Gennaio 2019
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Pawel Adamowicz non ce l'ha fatta. Pugnalato ieri sera mentre parlava da un palco ad una piazza gremita per una serata di beneficenza, il sindaco di Danzica è morto oggi, nel policlinico della sua città, dopo un lungo intervento chirurgico: vi era stato sottoposto un uomo in condizioni disperate, in piena notte. La Gazeta Wyborcza è stata la prima a parlare di «delitto politico», maturato nel «clima di odio e di ostilità» che segna la politica polacca di oggi. La responsabilità pesa su chi sta al potere, è la sentenza.

E l'omicidio di uno dei politici più popolari del Paese, che si spendeva per una città aperta e solidale, contro la chiusura del governo attuale, ha scosso non solo la Polonia di Kaczynski ma tutta Europa. Il rammarico per l'umore generale in cui si svolge quotidianamente il dibattito pubblico torna infatti nelle parole di molti politici, a partire dal presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani: «Sta riemergendo un clima di odio in troppe dichiarazioni e in troppe polemiche politiche in molti paesi della nostra Unione europea», ha detto. «Dobbiamo tornare ad avere un linguaggio diverso. L'odio non è un valore compatibile con l'Unione europea». L'appello esplicito è ad «abbassare i toni». Donald Tusk rimpiange «un uomo di solidarietà e libertà, un europeo e un buon amico».

E in Italia la più ferma condanna della violenza arriva sia dal ministro Matteo Salvini, sia dal Movimento 5 Stelle: «Questo episodio dimostra che bisogna tenere alta la guardia in tutta Europa contro ogni fanatismo», per la delegazione del Movimento al parlamento europeo. L'annuncio della morte del sindaco dell'accoglienza, cofondatore di Piattaforma civica, che dalla sua amata Danzica si opponeva al mainstream nazionalista, è arrivato alle 14.40, dal ministero della Sanità polacco. Adamowicz, 54 anni, sindaco di Danzica dal 1998 - ormai fuori dal partito che lo aveva abbandonato per uno scandalo fiscale nel 2015 - era stato aggredito ieri sera verso le 20 alla fine di una raccolta nazionale di beneficenza da un uomo di 27 anni, Stefan Wilmont, uscito dal carcere a dicembre. Nel policlinico universitario in cui è stato ricoverato subito dopo, i medici lo hanno sottoposto a un intervento di 5 ore nel cuore della notte, ma il primo cittadino non ha superato le conseguenze dei tre colpi di una lama, lunga 15 centimetri, inferti anche al cuore: la mano dell'omicida ha colpito l'aorta, il diaframma e compromesso altri organi vitali. L'assalto è avvenuto davanti agli occhi di migliaia di persone, volontari e seguaci della Fondazione Wosp (Grande orchestra caritative di Natale) di Jurek Owsiak. Il pubblico ha ascoltato il saluto del sindaco e poi ha assistito (c'è chi ha ripreso la drammatica sequenza) all'agghiacciante assassinio.

Chi ha agito non è scappato, ma ha continuato a girare sul palcoscenico, con il coltello insanguinato ancora in mano, per alcuni istanti, prima di strappare il microfono ad un organizzatore e urlare: «Mi chiamo Stefan, e Adamowicz doveva morire».

Il giovane, che era stato in carcere per delle rapine in banca, ha affermato di essere stato «torturato» mentre era agli arresti durante il governo di Piattaforma civica. L'arresto è arrivato subito dopo. I polacchi hanno reagito andando in piazza stasera, in marce spontanee contro la violenza, a Danzica come a Varsavia. Il presidente Duda ha fatto sapere che il giorno dei funerali, ancora da definire, nel paese sarà lutto nazionale. «L'ostilità e la violenza hanno portato a un terribile epilogo e al dolore, non lo possiamo accettare», ha scritto in un messaggio. E se il premier ha condannato l'omicidio via Twitter, il ministro della Giustizia ha annunciato un'inchiesta accurata, pur affermando che, probabilmente, già in passato l'artefice del gesto fosse stato sottoposto a cure psichiatriche.

Ultimo aggiornamento: 21:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA