Aveva chiuso gli occhi pensando che non li avrebbe mai più riaperti, senza nemmeno poter dire «addio, vi voglio bene», alla mamma, al papà, alle due sorelle e al fratellino più piccolo. «Mi hanno sparato», aveva fatto in tempo a sussurrare alla sua fidanzata Martina, poi si era accasciato al suolo, inghiottito da un incubo. Manuel Bortuzzo, invece, quei suoi occhi chiari e limpidi li ha spalancati di nuovo. In un letto d’ospedale e ha subito capito che quella per lui era una nuova possibilità, «la mia seconda vita». Anche senza più poter muovere le gambe. Non amava i social, eppure papà Franco gli ha portato il suo telefonino, ha aperto la pagina Tutticonmanuel, e presto migliaia di messaggi di solidarietà hanno cominciato a riempire il vuoto e la solitudine che rischiava di farlo cadere in un baratro, lui che a vent’anni sognava di diventare campione del nuoto. «Mi hanno tolto tutto, ma non la speranza», ha sempre ripetuto da allora.
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